Funivia, s’indaga sui sabotaggi Ascoltati dai carabinieri i dipendenti del Centro turistico

Un’inchiesta, delegata ai carabinieri, è stata avviata dalla procura in seguito a una serie di atti vandalici che nelle scorse settimane sono state commesse ai danni delle strutture del Centro turistico del Gran Sasso. Nel mirino la funivia.
 Per questa ragione, secondo quanto si è appreso, alcuni dipendenti del Centro turistico sono stati ascoltati dai carabinieri come persone informate sui fatti. L’intento, per quanto possibile, è di capire se qualcuno di essi ha notato qualcosa e strano o abbia dei sospetti ma anche se questi episodi possano avere un’unica connotazione: e in quel caso sarebbe grave visto che tali atti verrebbero inquadrati in uno sorta di sabotaggio finalizzato a mandare all’aria la stagione sciiistica con gravissime ripercussioni sulla nostra economia. A quel punto ci si dovrebbe chiedere chi possa essere il mandante. Non si può escludere nemmeno che possa trattarsi di semplici atti vandalici commessi dallo scriteriato di turno. Sta di fatto che, almeno tra gli episodi già noti, nello scorso settembre in funivia sono stati tranciati alcuni cavi elettrici con conseguente corto circuito; poco proma fu sottratta alla funivia una scheda elettronica che serviva a regolare il sistema frenante della stessa funivia in quel tempo comunque ferma. Si trattò di episodi che indussero il presidente dell’associazione Gran Sasso, l’avvocato Gianluca Museo, a fare alcune riflessioni allarmate a cominciare dal grave danno che certi episodi possono indirettamente avere nei riguardi degli imprenditori della zona che hanno investito molto per rilanciare il turismo sul Gran Sasso.
 Una decina di giorni fa c’è stato un altro episodio davvero strano sempre ai danni del Centro turistico Gran Sasso.
 Infatti gli addetti del Centro turistico del Gran Sasso, tempo fa, hanno denunciato la sparizione di circa 40mila litri di gasolio che sono stati «succhiati» da una cisterna. Si trattava di carburante che di solito viene impiegato per il rifornimento degli impianti e degli alberghi di Campo Imperatore. Un episodio molto strano considerando che per aspirare tutto quel liquido ci vuole molto tempo e forse l’operazione non è stata nemmeno fatta una volta sola.
 Tutti questi episodi (e altri) sono sotto la lente di ingrandimento della procura e dei carabinieri.
 Va detto che l’amministrazione comunale conta moltissimo sul rilancio turistico del bacino del Gran Sasso non solo come immagine dell’Abruzzo interno ma anche per il fatto che tali attività, compreso l’indotto, danno lavoro a molte famiglie.
 Dieci giorni fa il sindaco Massimo Cialente ha effettuato un sopralluogo a Campo Imperatore, proprio per visionare i lavori alle strutture e agli impianti di proprietà del Centro turistico. Nella visita il primo cittadino fu accompagnato dal comandante della polizia municipale dal direttore del Ctgs Leopoldo D’Amico e dal vice presidente Tonino De Paolis, oltre che dai consiglieri comunali Luigi Faccia e Franco Mucciante. «Ci sono tutti i presupposti», ebbe a dire il sindaco, «perché, riparta la stagione sciistica e il Centro turistico sta predisponendosi la vendita di abbonamenti stagionali».

 



Condividi

    



Commenta L'Articolo