Il Carnevale in Assergi nel Subito Dopo Guerra - di Eugenia Vitocco -
Posted by Antonio Giampaoli | 2021-01-03 | Commenti: 3 | Letto 988697 volte
Fu quel Carnevale che ci fece ricominciare a ridere. La guerra era finita ed era entrata a far parte della storia e per noi c'era tutto da ricominciare e da riconquistare anche i nostri sogni svaniti che quegli anni marcati da sofferenza e terrore ci avevano tolto; mai dimenticati. Volevamo ricominciare e dovevamo ricominciare e cercare di recuperare anche quegli anni scolastici perduti; ma prima di tutto il ridere e il gioire. Una nuova era stava opparendo all'orizzonte, una speranza per noi giovanissimi in lotta tra un passato di terrore e un futuro grande e nuovo da conoscere e conquistare, affrontandolo. Un era che infatti ci ha dato tanto e tutto, ma ci ha tolto con il suo egoismo anche un po'di tutto; "LA FRATELLANZA" e quel senso di UMANITA` che ci unificava creando la grande famiglia "L'UMANITA".
Eravamo tre sorelle ed un'altra ragazza di Assergi li' a L'Aquila a studiare e vivevamo in una piccola casa a Via Garibaldi. La guerra era finita e tutto stava riprendendo il ritmo della normalità. Eravamo uscite da scuola dall'ISTITUTO MAGISTRALE in Via Sassa, e stavamo tornando a casa quando incontrammo un altro ragazzo di Assergi che frequentava il Liceo Scientifico e ci disse. Eh domani in Assergi c'è il Carnevale, il primo a rifesteggiarsi dopo la guerra; sa quante risati e quanta gioia ci sarà. Parlammo un po` e poi continuammo il nostro cammino. Non ricordo se a quel tempo il Carnevale era festa nazionale, ma da quel che torna alla mia mente, è che noi tutti studenti alle cinque PM, ci ritrovammo a Piazza del Duomo ad aspettare l'autobus che ci riportava ad Assergi per il Carnevale. Era un avvenimento e una ricorrenza da non perdersi, ed una occasione per rivedere i nostri genitori e le nostre case a rivivere alcune ore dinanzi a quel caminetto delle nostre piccole cucine dove le nostre madri stavano friggendo le sfoglie, una specialità e il dolce di Carnevale. Oh come erano buone! Avevano un sapore unico e soltanto di quei tempi. Le consumavamo attorno a quel focolaio che ci riscaldava mantenendo una temperatura sempre costante nella casa al contrario delle stanze fredde li` a L'Aquila.
Noi siamo vissuti in un era diversa; i riscaldamenti non c'erano per tutti; l'autobus costrava moneta per tornare a casa, ed era privilegio solo di pochi. C'era miseria da per tutto e per avere un'educazione scolastica dovevamo saper soffrire. Forse queste vissute sofferenze ci hanno fatto quel che siamo stati, persone ed individui equilibrati e fermi di menti dopo quella terribile guerra che ci aveva privati di tutto; il vestimento, il mangiare, le medicine e tutte le speranze ed i nostri sogni. Gli animali morivano; i maiali col mal Rossini, le galline, le mucche colpite da un malanno alla bocca che impediva il loro masticare. Le pecore affette da un morbo che chiamavano "Rogna" e morivano senza un minimo intervento veterinario e oggi ripensandoci non escludo che la causa possa essere stata una strategia di guerra ben manovrata per indebbolirci ancora di più sterminando con qualche virus i nostri animali mentre ogni giorno a secondo dei venti, sentivamo nell'aria i rumori dei cannoni li a Cassino, dove il combattimento s'era stagnato tra Americani e Tedeschi. Quanti raggazi Americani e Tedeschi ci persero la loro vita. Perche!! Perche!!
La corriera non veniva più, era stata dismessa e si erano ridotti anche i contatti con i paesi vicini. Eravamo confinati li tra quelle mura con tanti genitori e giovani a combattere, di cui anelavamo il loro ritorno con le nostre continue preghiere. C'era tutto da riconquistare e pure le feste patronali ed il Carnevale compreso.
Tornando al Carnevale noi giovani e bambini affolavamo tutta la strada dritta della Chiesa aspettando con gioia la Carovana che arrivava con simulati tamburi, conche vecchie ed abbozzate, tegamucci, casseruole, coperchi, e arnesi agricoli tutti oggetti rumorosi per creare un'orchestra rumorosa, capace di diffondere le sue onde sonore in ogni angolo di Assergi, creando un'atmosfera di festa e di una gioia rara, riconquistata anche per le persone anziane che ridevano a squarciagola e ridiventando giovani, tra noi giovani.
Ricordo una scena; uno di quei comici improvvisati che cominciava ad urlare per un finto dolore di dente e diceva <
Cosi` fu il nostro primo Carnevale nel subito dopo Guerra li` in Assergi; riportatore di gioia e di speranza e sprono per farci riprendere fiduccia nel futuro e con forza e coraggio, verso questa era che ha livellato un benessere generale nel quale tutti abbiamo raggiunto un tenore di vita dignitoso diritto di ogni essere umano.
Eugenia Vitocco, USA
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