LA MADONNA DI ROIO

Una breve presentazione di Giuseppe Lalli

 

È con vivo piacere che presento ai lettori di “Assergi Racconta” il piccolo racconto di Maria Elena Cialente, scrittrice di origine aquilane di grande sensibilità artistica e umana della quale ho avuto modo di recensire non molto tempo fa il suo libro “Shah Mat”, piccolo romanzo di formazione pubblicato per la casa editrice “Tabula fati” nel 2018.

Maria Elena Cialente, è docente di Discipline letterarie nella scuola secondaria. Studiosa della narrazione fantastica e dottore di ricerca in Generi letterari, ha pubblicato vari articoli su riviste e il saggio “L’Altro e l’assente. Fantastico italiano del Novecento”, (Solfanelli 2017). Per la menzionata casa editrice “Tabula fati” ha pubblicato inoltre le raccolte di racconti per l’infanzia “Streghe a Rocciagreve”, (2015) e Musicanimalia (2020).

Alcuni suoi racconti sono presenti in antologie a più voci.

 

                                  

                                     LA MADONNA DI ROIO

                                     di Maria Elena Cialente

 

«Dunque, oggi vi parlerò della leggenda della Madonna di Roio…»

Il professor Cialfi si era presentato in aula con la solita giacca marrone di velluto a coste e la barba incolta. Faceva pendant con Romanelli, che lo guardava assonnato dal primo banco con i capelli arruffati e la barba ribelle arricciata sulla gote ancora fresche. Come gli altri studenti, Romanelli si dispose malvolentieri all’ascolto: da un po’ di giorni il professor Cialfi, ovvero “Romeo il ventriloquo”, come lo chiamavano tra di loro, era “in fissa” col folklore locale, e non c’era verso di distoglierlo dal suo obiettivo quando si metteva in testa che bisognava seguirlo in qualche percorso alternativo al programma ministeriale.

«Bizzini, ti ricordi la leggenda della Fonte di San Franco?»

«Professo’, io so’ Bizzoni, ma non doveva spiegare un’altra cosa?».

«Tanto poi farò la verifica anche su questi argomenti, non vi distraete e non li trascurate. Dunque… i fatti si ricollegano alla transumanza…»

Da sempre “Romeo il ventriloquo” non mancava di far riferimento alla transumanza. Era una specie di ossessione la sua, tutta la classe ne era certa, ma nessuno osava farglielo notare.

«Nel lontano 1578 un pastore di Lucoli, transumato nelle Puglie, vide disperdersi il suo gregge. Spaventato, invocò in suo aiuto la Madonna e subito gli apparve una signora bellissima con un fanciullo tra le braccia che gli indicò dove si trovava il suo gregge. Così riuscì a recuperare tutti gli animali che gli erano stati dati in custodia. Il giorno seguente, mentre i pastori si preparavano per fare ritorno in Abruzzo, incuriositi dal racconto del loro conterraneo, si recarono nel punto in cui era avvenuto l’incontro con la bella signora e vi trovarono una statua della Madonna col bambino. “E mica la possiamo lasciare qui da sola!”, si dissero tra di loro. Così decisero di caricarla su un mulo e se la riportarono a casa. Mentre percorrevano la Via Mariana, dove oggi qualcuno va a camminare, voi no perché siete tutti pigri…»

«Non è vero professo’, io e Alessia ci andiamo sempre a camminare là e andiamo anche a San Giuliano, a “Madonna fore”…»

«Vabbe’, però adesso non divaghiamo… Insomma, quando furono arrivati sul poggio, il mulo si inginocchiò. Fosse stato per lui non sarebbe ripartito, ma i pastori lo costrinsero e tornarono a Lucoli. Lì pensarono di lasciare la statua dentro l’abbazia di San Giovanni, ma quando tornarono il giorno dopo, la statua non c’era più! Era tornata a Roio, nel punto in cui il mulo si era inginocchiato».

Cialfi fece una pausa e abbracciò con lo sguardo l’intera classe. Renzetti tratteneva a stento il riso sotto i baffi, ma Giorgia “la rossa” lo incalzò: «E poi?»

«E poi capirono che la Madonna voleva restare là, per cui ci costruirono una chiesa».

«Ma è la storia di una statua animata, come nei racconti fantastici, professo’». Giorgia sembrava entusiasta dell’analisi critica appena sfornata.

«E non vi sembra una bella narrazione fantastica ragazzi? Vedete che le leggende popolari sono piene di misteri ed elementi soprannaturali?»

«Sì, professo’, ma non ce lo metta alla verifica…»

Maria Elena Cialente



Condividi

    



Commenta L'Articolo