Caduto sul Gran Sasso si sveglia dal coma dopo due mesi e mezzo

Si è svegliato dal coma dopo due mesi e mezzo il 16enne caduto per oltre cento metri, durante un’arrampicata sul Gran Sasso, sul versante settentrionale del Corno Grande.
Il giovane, di origini romane che vive a Magliano de’ Marsi insieme alla famiglia, è fuori pericolo e presto inizierà la riabilitazione.
L’incidente si era verificato il primo di novembre, quando due escursionisti, entrambi di Avezzano, un ragazzo di 27 anni e l’altro di 16 anni, erano partiti per fare alpinismo sul Gran Sasso. I due, malgrado la giovane età, erano molto esperti e solo qualche settimana prima avevano effettuato anche delle impegnative escursioni sulle Alpi. Complice la bella giornata, i due giovani marsicani erano partiti alla volta del versante teramano del Gran Sasso, per poi salire in cordata e praticare il loro amato sport: l’alpinismo.

Quando si trovavano sopra il Rifugio Franchetti e sotto il Ghiacciaio del Calderone, sul versante settentrionale del Corno Grande, nel territorio di Pietracamela, a quota 2.700 metri, a causa del vento si era staccata una placca di ghiaccio ed entrambi gli alpinisti erano scivolati giù.

Purtroppo però ai due, rimasti appesi in cordata, a causa della rovinosa scivolata si era tranciata una corda e i due alpinisti erano precipitati giù per circa 100 metri in due punti diversi della parete rocciosa del massiccio del Gran Sasso.

Subito sono intervenuti sul posto i tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico d’Abruzzo, decollati con l’elicottero del 118 dall’aeroporto di Preturo (Aq) e i sanitari che li hanno recuperati dopo un lungo e delicato intervento di soccorso.

 



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