Studentessa si inventa di essere stata selvaggiamente aggredita da due stranieri...

Nessuno straniero cattivo. Nessun romeno violento che insegue una studentessa insieme a un complice e la picchia a sangue per prenderle 10 euro dal portafogli. No, niente. Le botte erano vere ma opera di un fidanzato manesco.  Ecco la storia della finta rapina e della denuncia vera a carico di S.S., la ventenne che ha raccontato bugie ai poliziotti inventando di essere stata selvaggiamente aggredita da due stranieri. E distogliendo i già pochi poliziotti in forza alla questura aquilana da attività ben più importanti per cercare due rapinatori che non esistono. Grazie agli accertamenti degli uomini della squadra Mobile, diretta da pochi giorni da Fabio Ciccimarra, è stata denunciata alla Procura della Repubblica per simulazione di reato la studentessa che lo scorso 21 novembre aveva riferito ai poliziotti della questura di essere stata picchiata e rapinata da due persone di nazionalità romena mentre, intorno alle 17, si trovava a passare a piedi dalle parti di via Alba Fucens. Nella circostanza, la vittima aveva precisato di essere stata avvicinata dai due ragazzi i quali, dopo averla bloccata e dopo averla colpita con un pugno al volto, le avevano sottratto il portafoglio.
 Le indagini immediatamente avviate dai poliziotti della squadra Mobile, con il coordinamento del sostituto commissario Sabatino Romano, hanno evidenziato da subito alcune anomalie che hanno indirizzato gli uomini della sezione antirapina a effettuare ulteriori approfondimenti. Agli stessi poliziotti della questura le ferite riportate dalla donna erano risultate non del tutto compatibili con la ricostruzione dell’accaduto, almeno nei termini in cui era stata resa la dichiarazione della presunta vittima. I successivi accertamenti hanno permesso di definire meglio i contorni della vicenda. Messa di fronte all’evidenza la studentessa è crollata e ha finalmente deciso di raccontare la verità.
 Alla base delle ferite riportate non c’è alcuna rapina. Tutto è nato da un violento litigio tra la ragazza e il suo compagno. La prima ricostruzione dei fatti offerta alla polizia dalla ragazza nasceva, infatti, secondo quanto riferito dagli investigatori, dall’esigenza di nascondere ai genitori l’ennesimo litigio con il compagno, peraltro poco gradito ai familiari. La finta rapina aveva scatenato reazioni politiche sull’allarme sicurezza e la ragazza aveva ricevuto la solidarietà della consulta stranieri.

 



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