Sul Gran Sasso per testare le strumentazioni per il Polo Nord

Vittorio Pasquali, del Dipartimento di Psicologia, ed Edoardo Calizza, del Dipartimento di Biologia ambientale, sono nel team di ricercatori che da metà dicembre sta testando i dispositivi destinati alle prossime sperimentazioni italiane al Polo Nord. L’installazione degli strumenti è avvenuta in alcune aree del massiccio abruzzese che per le particolari condizioni meteo-climatiche può essere considerato l’artico italiano

A dicembre 2020, nella piana di Campo Pericoli in Abruzzo, è iniziata l’installazione di strumenti che saranno utilizzati al Polo Nord da parte di un team di ricercatori composto da Vittorio Pasquali e Edoardo Calizza della Sapienza e da Fabio Leccese e Marco Cagnetti dell’Università Roma Tre. L’obiettivo dell'attività è valutare la performance della strumentazione elettronica nell'area del Massiccio del Gran Sasso che per particolari condizioni meteo-climatiche, dovute alla posizione geografica, lo rendono idoneo per testare strumenti dedicati ad ambienti polari.

La durata prolungata della copertura nevosa ad alte quote, i venti spesso di forte intensità e le temperature che possono arrivare anche a -30°C, rendono il Gran Sasso simile per condizioni climatiche all'insediamento di Ny-Alesund, nelle Isole Svalbard nel Mar Glaciale Artico, dove l’Italia è presente da oltre trent’anni con la base “Dirigibile Italia”, gestita dal Consiglio nazionale delle ricerche. Il team di ricercatori la prossima estate − nel corso della campagna artica 2021 del Cnr − installerà qui nuovi sistemi di monitoraggio e, in vista di questo studio, la piana di Campo Pericoli è stata ritenuta idonea per provare la strumentazione. Presso la base polare si alternano ricercatori provenienti da vari enti di ricerca e università per svolgere ricerche nell’ambito della fisica dell’atmosfera, chimica e inquinamento, cambiamenti climatici, idrogeologia, glaciologia, oceanografia, ecologia, psicobiologia. Nell’estate 2021 saranno installati microcomputer, collegati con diversi sensori analogici e digitali, che serviranno per il monitoraggio di parametri fisici e ambientali; la prova effettuata sul Gran Sasso consentirà di valutarne la resistenza, prima fra tutte quella delle batterie, alle basse temperature.

 



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