L'Abruzzo terra di alpini L’Aquila, 18 dicembre 2011: 99 metri di tricolore

(Di Fulgenzio Ciccozzi) - La figura dell’alpino, nata tra le impervie balze dei confini montani del nord Italia, si armonizza perfettamente con le nostre alture che anticamente erano annoverate nella breve dorsale delle Alpi sabine. L’immagine del milite con l’uniforme verde e il cappello con la penna corvina, che si staglia davanti allo sfondo della nostra città,  con il volto rivolto verso il Gran Sasso, ricorre sovente nelle fotografie che promuovono L’Aquila nel mondo. Un ottimo connubio, non vi è dubbio, che si perfezionò nel dicembre del 1962, quando, immersa nella periferia aquilana, la ricostruita caserma “Francesco Rossi” si preparava ad accogliere i nuovi fanti (Battaglione Addestramento Reclute) della Julia. In verità, il legame intimo con il capoluogo ebbe inizio nel 1920 con la costituzione del 9° Reggimento Alpini e si consolidò poi nel 1935 con la formazione del Battaglione Alpini L’Aquila. Un emblema, quello delle penne nere, che racchiude in sé i valori tipici della gente di montagna (onestà, solidarietà, convivialità e amore per la propria terra), qualità che emergono soprattutto nei momenti di particolare difficoltà, in virtù del verificarsi di eventi calamitosi, e il terremoto che ha danneggiato le nostre plaghe, qualora ce ne fosse bisogno, ne è un’ulteriore conferma. Gli alpini, e le associazioni ad essi legate, sono intervenuti, non lesinando in generosità e abnegazione, per prestare i primi soccorsi alla popolazione terremotata: L'Aquila, Barisciano, Paganica, Sassa, Monticchio, San Demetrio, Fossa... sono solo alcuni dei nomi che ricorrono nel ricordo di quei momenti. Oggi sono rimaste le giovani “leve” come guardiani dei nostri affetti, appostate dentro la cinta delle antiche mura civiche mentre osservano con attenzione e discrezione lo scorrere della gente che riempie le vie d’accesso al “Centro”, e s’intrufola poi nei pochi vicoli percorribili tra edifici inanimati di una città silente. In questo clima inusuale, l'Associazione Nazionale Alpini, sezione Abruzzi,  ha organizzato, l'ultima domenica di fine autunno, una manifestazione  per sostenere la candidatura dell'Aquila ad ospitare l'adunata nazionale degli alpini per l'anno 2014. I convenuti, muniti di tricolore, sfileranno la mattina del 18 dicembre, dal Viale del Gran Sasso - caserma F. Rossi” -  sino al piazzale di Collemaggio, nella cui Basilica “celestiniana” verrà celebrata la funzione in onore dei caduti. Qualora l'avvenimento del 2014 si traduca in realtà, confluirà a L'Aquila una moltitudine di persone (stimate in centinaia di migliaia) che, oltre a portare benefici economici, contribuirà a valorizzare il patrimonio culturale e turistico dell'intera regione. Anche queste iniziative possono contribuire a divulgare la fiducia tra la gente affinché possa trovare l'energia e la tenacia necessarie per proseguire il cammino della ricostruzione, in attesa che sopraggiungano tempi più miti e generosi. Pertanto, è giusto tributare un piccolo ma sentito riconoscimento a questo corpo e alle sue associazioni, tessitori di meri valori e inclini alle virtù, che tanto hanno profuso, attraverso benevole azioni, e molto elargiranno alla collettività, soprattutto là, in quei luoghi e in quei momenti, dove i bisogni non si lasciano mai attendere. L'Abruzzo, terra di alpini, accoglie dunque nel cuore del suo appennino il nostro capoluogo: la città in cui siamo cresciuti, alla quale siamo legati e in cui crediamo affinché si materializzi, attraverso il lavoro (presupposto irrinunciabile), non un’avveniristica “Slumberland”, ma L’Aquila del futuro.


 



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