Diciasette anni fa moriva Marco Pantani, il Gran Sasso lo ricorda

Sono già passati diciasette anni da quel tragico 14 febbraio 2004, il giorno in cui in un residence di Rimini viene trovato il corpo senza vita di Marco Pantani. Uno dei più forti e amati ciclisti di sempre, in Italia e non solo, a soli 34 anni muore in circostanze mai del tutto chiarite, per la tristezza e la rabbia di chi gli aveva voluto bene.
 
Nato il 13 gennaio del 1970 in una regione, l'Emilia-Romagna, dove il ciclismo è una religione, il Pirata, come venne poi soprannominato dai suoi tifosi per la bandana con cui si copriva il cranio completamente pelato, fin da bambino dimostra di avere il passo dello scalatore.

Sul Gran Sasso, è stato intitolato a Marco Pantani il tratto di strada che da Fonte Cerreto conduce a Campo Imperatore, a memoria dell'impresa compiuta dal campione di ciclismo sul Gran Sasso nel corso della tappa Pescara-Campo Imperatore dell'88esimo Giro d'Italia del 1999.
Quel giorno Marco Pantani percorse i 26 chilometri tra Fonte Cerreto e Campo Imperatore in 53 minuti e 50 secondi, superando i 1371 metri di dislivello alla media di oltre 29 chilometri orari.
Le indicazioni su quota, chilometri e tempi di percorrenza del campione, sono riportate nelle targhe apposte lungo il percorso (Fonte Cerreto, Monte Cristo, Fossa di Paganica e Campo Imperatore.



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