La Processione del Venerdì Santo il prossimo 2 aprile non si farà

La Processione del Venerdì Santo, il prossimo 2 aprile, non si farà al pari di tutti i riti, con massiccia partecipazione di popolo, previsti nella Penisola italiana sella settimana di Passione. Lo ha stabilito la congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti che ha disposto che resta ancora valido il decreto emesso dal Dicastero su mandato di Papa Francesco il 25 marzo 2020 per quel che concerne le celebrazioni della Domenica delle Palme, del Giovedì Santo, del Venerdì Santo e della Veglia Pasquale. La nota a firma del prefetto, cardinale Robert Sarah, e spedita ai vescovi di tutto il mondo, sottolinea che in molti Paesi il dramma della pandemia rende ancora impossibile la presenza dei fedeli nelle chiese e per questo si incoraggia la diffusione mediatica delle celebrazioni presiedute del vescovo.
Nel capoluogo abruzzese, così in tutta Italia, la Processione del Cristo morto non uscirà per il secondo anno consecutivo. Sarà però la terza volta dal 1954, anno in cui è stato ripristinato il “corteo” del Venerdì Santo ad opera del seminarista francescano Salvatore Roccioletti, che i simulacri non usciranno dalla basilica di San Bernardino. Oltre all’edizione del 2020, i 18 simulacri, molti dei quali opera dell’artista Remo Brindisi, anche nel 2009 non hanno sfilato per le vie cittadine. Allora era il 10 aprile, quattro giorni prima c’era stata la violenta scossa del terremoto che distrusse la città e quel venerdì santo si celebrarono i funerali di Stato delle 309 vittime. L’anno scorso poi in piena pandemia con le funzioni religiose senza alcuna presenza di fedeli, l’associazione laica dei Cavalieri del Venerdì Santo che da qualche anno collabora con i frati di San Bernardino nell’organizzazione della Processione del Cristo Morto decise di installare, come simbolo, solo le tre croci sul sagrato di piazza San Bernardino. Nessuna sfilata solitaria, come invece fatto dall’arcivescovo di Chieti, Bruno Forte, che con in mano un crocifisso ha percorso da solo le strade del centro storico teatino. A fine gennaio l’arcivescovo aquilano Petrocchi alla domanda dei giornalisti se “emulare” il gesto del collega di Chieti nel caso si ripetessero le condizioni aveva detto <di valutare le prospettive al momento in cui i fatti si sarebbero concretizzati. Riferendosi poi all’immagine del Papa solo in piazza San Pietro, in quegli stessi giorni, il cardinale aquilano ha avanzato la sua personale opinione che il messaggio del Pontefice non fosse assimilabile al “deserto ma  ad una condizione di assenza imposta che però invoca una forma nuova di presenza”.
Federica Farda

 



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