Giovani imprenditori aquilani scrivono una lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri

Illustrissimo Presidente,

siamo due ragazzi di 28 anni di L'Aquila che vorrebbero portare alla sua attenzione la storia della nostra piccola realtà durante la pandemia di Covid-19.

Poco meno di un anno fa abbiamo scelto di metterci in gioco avviando un'attività in proprio: produciamo artigianalmente distillati qui nella nostra città, utilizzando solo materie prime locali.

Data l'artigianalità del nostro prodotto, non ci appoggiamo ai canali della grande distribuzione ma vendiamo soltanto tramite canali selezionati.

Dall'inizio dell'ondata di covid-19 dello scorso autunno, siamo stati dimenticati da tutti i decreti del precedente governo Conte e, da quanto leggiamo, saremo dimenticati anche questa volta nel Decreto Sostegno 2021.

Il nostro è un codice ATECO molto specifico, che non è mai stato incluso negli elenchi attraverso i quali sono stati calcolati i ristori dei mesi scorsi (dove sono stati però inclusi, con il codice 46.17, gli “Intermediari del commercio di prodotti alimentari, bevande e tabacco” ma non i produttori, come nel nostro caso).

Adesso leggiamo che la logica dei codici ATECO sarà superata da quella dei cali di fatturato rispetto al 2019, condizione che ci vedrebbe esclusi per l'ennesima volta dal momento che la nostra attività ha avuto inizio nel 2020.

Se l'investimento economico iniziale per aprire una nuova attività è rilevante, lo sono ancora i più i suoi primi mesi di vita, che possono molte volte determinare una crescita con successiva affermazione così come la cessazione prematura dell’attività.

Se a due ragazzi di 28 anni che decidono di investire in Italia, in mezzo a mille difficoltà, viene negato anche il minimo sostegno, quale futuro può avere il nostro Paese?

Certi di un suo cortese riscontro.

 

Riccardo Marino, Tommaso Ciuffetelli Totani   



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