UNA FESTA CONTESTATA. “FILETTO-L’AQUILA - A.D. 1983”

- di Giovanni Altobelli -

 

 

Premessa. Prima di iniziare il racconto, devo fare una certa storiografia delle feste organizzate da me a Filetto.  Iniziai ad organizzare le feste patronali all’età di 24 anni precisamente l’anno 1969, quando scoppiò il Caso Defregger. Nel corso della mia vita ho organizzato insieme ad altri bravi amici 25 feste Patronali e 8 feste dell’Unità.   La festa che sto per raccontare, i fatti che sono avvenuti risalgono ai giorni 2 – 3 – 4 settembre 1983.  Riferisco con buona memoria, come ogni paese del circondario nel passato avvenivano contrasti in mezzo alla popolazione per interessi di parte, esistevano le varie fazioni di cittadini: di amici degli amici “simpatizzanti di un bar o di un altro, simpatizzanti di un trattorista o di un altro, simpatizzanti di una impresa edile o di unaltra”, ma alla base delle discussioni c’erano vecchi rancori, inimicizie sotterranee e quant’altro.  In quei giorni alcuni cittadini si scagliarono contro il comitato festa per futili motivi.  RACCONTO.  Il comitato delle feste patronali dell’anno 1983 era già stato pubblicato sul palco l’anno precedente, composto dai seguenti cittadini: (il sottoscritto Giovanni Altobelli, Gradito Alloggia, Gina Morelli, Domenico Ciampa, Mario Gambacurta, Fernando Gambacurta e Luciano Cialone).  Durante il mese di maggio del 1983 il comitato festa fece una riunione preliminare per buttare le basi organizzative per la buona riuscita della festa, all’unanimità mi affidarono il compito di presidente e cassiere.  Nei mesi di luglio/agosto il comitato aveva raccolto i soldi per il paese la cosiddetta “questua” quell’anno ci fu un’entrata di lire 6.930.000=, la festa fu anticipata e programmata per i giorni 2 – 3 – 4 settembre.  Il programma era il seguente: (giorno 2 complesso The Mixer in piazza della chiesa, il giorno 3 settembre la sera proiezione del film:”Ben Hur” sempre in piazza della chiesa, mentre il 4 settembre considerato che doveva venire: “L’orchestra spettacolo con il cantante Sergio Leonardi” il palco quindi per questioni logistiche doveva essere fatto più grande in piazza della Cesa. I primi due giorni andarono abbastanza bene, vennero svolti giochi sportivi e popolari, ma quando si trattò di spostare il palco e la festa nella piazza più grande, successero i casini. Il racconto delle proteste.  Io avendo la maggiore responsabilità, avevo previsto tutto facendo anche la domanda al Comune per l’occupazione di suolo pubblico per la piazza della Cesa, ma c’erano malumori da parte di persone che non volevano la festa alla nuova piazza più grande. Mentre un componente di una ditta edile di Filetto aveva prestato dei tubi innocenti per il prolungamento del palco già messi in opera, fummo costretti a smontarli per disapprovazione di un altro componente della famiglia stessa (contrario a che la festa si svolgesse in quella piazza). La mattina del 4 settembre mentre mi trovavo con un paesano a caricare il palco più piccolo in piazza della chiesa,  (palanche e ferri di incastellamento), da un’altura di una strada un gruppetto di persone, forse della stessa famiglia, cominciarono  ad inveire contro di me con delle male parole dicendo: “Testa grossa, testa grossa, lascia le palanche che sono dei filettesi, la festa si deve fare in piazza della chiesa e non in piazza della Cesa”, non rispondevo a quelle provocazioni  continue, anzi facevo il mio lavoro  a caricare il palco.  Nelle prime ore del pomeriggio, tutto il comitato festa si trovava in piazza della Cesa per risolvere il problema del palco, poiché serviva la sera stessa, ma ormai il paese era spaccato in due, intervennero anche i carabinieri di Paganica per sedare gli animi dei rivoltosi.  Mentre si discuteva presentando le varie autorizzazioni al M.llo, un cittadino estraendo un coltello a scatto, si rivolse al maresciallo e disse le seguenti parole rivolte al sottoscritto: “Io questo lo scanno, mettendomi il coltello sotto la gola, il maresciallo disse solo stai buono!”  Capita la situazione che avevamo ragione, proseguimmo alla sistemazione del palco, abbastanza grande con l’aiuto di un altro impresario filettese. Sempre durante il pomeriggio due cittadini vollero inoltre indietro i soldi che avevano offerti, gli furono restituite 50.000 mila a testa, altri cittadini ripresero alcune palanche e le riportarono in piazza della chiesa. Malgrado, tante polemiche inutili, la festa proseguì regolarmente, dalla processione ai vari giochi sportivi e popolari, non mancavano agli angoli delle strade o nei bar i gruppetti di quella o di quelll’altra fazione.  Ormai per la serata finale del 4 settembre era tutto pronto, l’orchestra spettacolo di Campobasso, iniziò a suonare verso le ore 20,30, veramente eccezionale.  L’arrivo del cantante Sergio Leonardi verso le 22,30, allietò tutta la serata con l’intermezzo di due pupazze e fuochi pirotecnici finali. Arrivarono quasi 2000 persone da fuori, la festa riuscì bene, anche le persone che avevano fatto tanto “casino” si dovettero rendere conto che non era possibile svolgere la serata nella piccola piazza della chiesa. I Ribelli non si diedero per vinti.  Appena finita la festa regolare della Madonna delle Grazie e Santi Patroni (San Crisante e Santa Daria), regolarmente autorizzata dalle autorità civili e religiose, un gruppo di cittadini contestatori dei giorni precedenti, uniti fra di loro uscirono per il paese a chiedere una nuova questua per fare una seconda festa per il giorno 11 settembre.  Venne fatta la processione e la Santa Messa con l’avallo del parroco Don Gustavo Iovenitti senza nessuna autorizzazione.  Mentre transitavo vicino il monumento ai caduti, verso le ore 13,00 di quel giorno, passavano uno sparuto numero di persone e quattro “farisei” che in fretta in fretta riportavano la povera statua della Madonna alla chiesa principale del paese. Gli organizzatori la sera fecero venire un complesso musicale che si esibì in Piazza della chiesa. Conclusioni. Durante il corso della storia del 900, per quanto riguarda le feste patronali, ci sono state sempre delle chiacchiere fra la gente e i procuratori, però mai accaduto quello che successe nel 1983.  Da parte mia, forse anche degli altri procuratori, quelle provocazioni e quei gesti ricevuti, furono subito perdonate, facendo finta che non fosse successo niente per non alimentare odio, aggiungo che lo spostamento della festa non fu fatto per favorire un bar o un altro, ma perché la piazza era idonea alla capienza delle persone.  Alcune persone potevano essere anche denunciate per offese e vilipendio alla religione, quella volta Don Gustavo, (parroco bravo e buono) fu molto superficiale a partecipare alla seconda festa.  Ho da riferire che un componente del primo comitato regolare, inconsapevolmente partecipò con i “ribelli” alla seconda festa.  Conclusioni. Ho voluto ricordare questa festa, non tanto per i fatti accaduti, ma per far capire che nella vita non bisogna odiare i nemici, ma bisogna trattarli meglio degli amici, così possono comprendere da che parte è la legalità, bisogna solo rispettarci e volerci bene.

                 Collezione fotografica storica di Giovanni Altobelli



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