Roio la ricostruzione in tempo di covid

Roio la ricostruzione in tempo di covid

- di Fulgenzio Ciccozzi -

 

A dodici anni dal terremoto, in quasi tutte le frazioni di Roio è un brulicare di cantieri. Nota peculiare di questo periodo sono le corpose indicazioni riportate nelle tabelle esposte nei pannelli di rete dei perimetri che delimitano le aree dei lavori in corso alle quali, dal 2020, sono state aggiunte le regole da rispettare al fine di contenere la pandemia covid in corso. Nonostante la vistosa operosità edile nella ricostruzione, a Roio Piano e Poggio vecchio resta una buona fetta dei due paesi che raccontano un’altra storia: vuoi per le lungaggini burocratiche, vuoi per disinteresse, vuoi per le discussioni tra proprietari che si protraggono ormai da più di un decennio, il rifacimento di alcuni aggregati resta al palo. Per mettere fine ai ritardi della ricostruzione privata si inserisce l’articolo 17 della legge di conversione del DL 183/2020 (la n. 21 del 26 febbraio 2021) con il quale si pongono finalmente i termini entro i quali è possibile accedere ai contributi pubblici. Termini che se non verranno rispettati non daranno più diritto al contributo statale con buona pace di chi non ha colpe e che giocoforza, se lo riterrà opportuno, e se ci saranno i presupposti, dovrà ricorrere per chiedere conto ai responsabili dei danni subiti. A Colle svetta una sola gru e il cuore della frazione è ancora tutto da rifare. Dati alla mano ci sono progetti parte seconda presentati ma ancora da istruire. Diversa è la situazione a Santa Rufina dove i lavori sembrano essere ben avviati. Non è così per le case e gli spazi vuoti della stessa frazione che fanno da angolo all’Ara Pée e proseguono per via Mazzini e via Casale. Dalle informazioni fornite dal sito dell’Usra restano da istruire solo tre aggregati.  All’aia di Roio Piano, una delle piccole isole felici per i ragazzi, un tratto della palizzata che cinge la parte ludica della piazza è distesa a terra. Confidare in un po’ di attenzione da parte di chi ne usufruisce e di un minimo di manutenzione da parte del comune, al quale è richiesto di rivolgere ogni tanto lo sguardo anche al di fuori delle mura, non sarebbe male. Sempre nella stessa frazione per via della messa in sicurezza della chiesetta della Madonna della Neve (Cona), al fine di agevolare l’inizio dei lavori di un aggregato, la Soprintendenza si è accorta della sua esistenza! Nulla di fatto anche per Santa Scolastica, al Poggio. Dopo le opere iniziali di risanamento del 2013, la chiesa di San Marciano aspetta che si concretizzino i lavori di consolidamento e di restauro come previsto dalla delibera cipe n. 112 del 21.12.2017 in cui si evince lo stanziamento e il finanziamento 1.300.000,00 euro. Pare, invece, imminente il recupero della chiesetta di San Lorenzo della Serra. Per il Santuario Mariano del Poggio manca lo slancio finale per chiudere la partita. Poi c’è l’annoso problema del recupero dell’edificio pubblico di Roio Piano, ex scuola, che ormai entra di diritto negli annali della storia locale per l’incuria in cui è lasciato e per il totale disinteresse che suscita da parte degli organi competenti e, diciamo la verità, anche per l’indifferenza della gente. Trattasi, di un patrimonio della comunità che sta andando in malora e che invece richiederebbe un diverso approccio al fine di reperire spazi utili ai cittadini e creare occupazione. Stesso discorso per l’ex scuola e sede della delegazione al Poggio. Insomma, benché qualcosa si stia muovendo, c’è ancora molto da fare.


 



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