Continuano le polemiche sulla localizzazione

Continua il botta e risposta ad Assergi fra favorevoli e contrari alla localizzazione delle abitazioni del progetto Case nell’area dell’ex Cogefar dove si trovano le strutture utilizzate dalla società che realizzò il traforo del Gran Sasso. Oggi interviene un cittadino di Assergi, Bruno Ludovici che è contro la localizzazione all’ex Cogefar del progetto Case. «Il problema, delle nuove case da dare a chi ha avuto l’abitazione distrutta dal terremoto e la successiva proposta da qualcuno fatta di spostamento delle stesse» scrive Ludovici «richiama una serie di vicende che si sono succedute dal 1972 in poi. Ricordo innanzitutto la costituzione dell’amministrazione separata dei beni di uso civico appartenenti alla collettività di Assergi. Tale amministrazione dopo anni di discussioni con il Comune dell’Aquila, nel 1985 raggiunse un accordo, siglato con delibera congiunta, ottenendo sia il riconoscimento della podestà amministrativa sia il riconoscimento da parte del Comune di essere occupatore abusivo di parte del territorio di Assergi. Nel 1992 il Comune dell’Aquila perde la memoria dell’accordo del 1985 ed inizia un contenzioso tendente ad avere il riconoscimento della promiscuità con Assergi e con tutte le frazioni del Comune. Tra queste alterne vicende si colloca la storia dell’ex cantiere Cogefar. I Beni Separati acquistano dalla Cogefar per 500.000 lire detriti e baracche con eternit, insistenti su proprietà privata, da smontare per eliminare l’inquinamento da amianto. La Regione nel 1999 affida agli Usi Civici un finanziamento 1.680 milioni di lire per la progettazione esecutiva del territorio e delle casette Cogefar. Dopo vari anni, nel 2001, il Comitato degli usi civici e i concessionari delle casette ex Cogefar decidono di indire una gara di idee e la progettazione viene affidata nel 2003. Ancora oggi i residenti di Assergi sono in attesa di conoscere sia i risultati dell’utilizzo della somma che la Regione ha deliberato nel 1999, sia che fine ha fatto il progetto. Dopo il terremoto la Protezione Civile autonomamente individua un posto ideale, contrada «Le Casarine», per la costruzione delle nuove case. Localizzazione opportuna: è vicina al centro storico di Assergi e dà continuità alla frazione. Il consigliere comunale Luigi Faccia propone lo spostamento della localizzazione dalla contrada «Le Casarine» all’ex Cogefar. Che senso ha questa delocalizzazione? Le nuove case non si integrerebbero con il tessuto del paese, nascerebbe una nuova frazione, non si avrebbe uno sviluppo omogeneo e integrato. Privati, inoltre, sono i terreni «Le Casarine», privati sono i terreni delle casette Cogefar con proprietari pronti a ricorrere in ogni sede contro una decisione in tal senso. La cosa più grave è però la sottrazione di quel territorio (ex villaggio Cogefar) alla realizzazione di un villaggio turistico come ipotizzato nel 1999 e che poteva essere realizzato tramite la progettazione esecutiva con il miliardo e 680 milioni stanziati dalla Giunta Regionale. Concludendo chiedo: lo spostamento all’ex Cantiere Cogefar delle case per i terremotati più che rispondere a una reale funzionalità vuole forse coprire i problemi politico-gestionali del Comitato dei Beni Separati di uso civico?»



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