CONSIDERAZIONI PEDESTRI…Ma non troppo - di Giacomo Sansoni

- di Giacomo Sansoni -

 

 

Premessa maggiore:

 

Chiunque nella sua vita, non abbia, piantato, innaffiato, curato e accudito un numero congruo di piante, tali almeno da organicare il proprio rilascio carbonico e l’ammanco respiratorio d’ossigeno, non può dirsi sano esponente del consorzio umano.

 

Si acquisisca consapevolezza che la natura può salvarsi e rigenerarsi da sola, l’uomo solo se è salva la natura, solo se v’è rinvigorimento della sovrana alleanza.

 

Al di fuori, o entro tutte le confessioni religiose, l’unica madre percepibile in forma oggettiva e deterministica, benché non siano solo queste le accezioni di indagazione umana, è madre natura. Tutti gli attentati ad essa, che sono male esiziale moderno, quali attentati al genere umano,

 

 

 

Data la premessa, quello che segue è sicuramente una sgarrupata discesa.

 

Pedestri per valenza culturale e per metafora propria, poiché riguardano la pedata internazionale.

 

Su una stadera virtuale computiamo il peso effettivo, metaforico e metafisico, ponendo a confronto un qualsiasi cittadino italico, europeo, del mondo comune, entro la media del mondo globalizzato, con un rappresentante del jet-set della pedata internazionale.

 

Possibilissimo calcolare un non approssimativo computo e bilancio energetico usufruito e usurpato alla collettività.

 

Rapportato a tempi circoscritti e rappresentazione prospettica è pressoché agevole il calcolo,  della CO2 prodotta da un individuo.

 

Quella per usufruire delle strette necessità fisiologiche individuali, quali il metabolismo basale, il cibarsi, vestirsi, riscaldarsi, refrigerarsi, utilizzo delle comuni tecnologie, attività produttive e ricreative.

 

Per ogni necessità e tipologia sociale, il range economico e la relativa produzione di CO2 può avere sperequazioni disastrose.

 

Se per un soggetto mediale è ipotizzabile una quantità X, per una “gloria” della remunerativa pedata, facciamo un Messi, un Ronaldo, Lukaku, Donnaruma, questi indici possono avere iperbolazioni variabili, moltiplicative con indici del 103, 104, fino a 106.

 

Evidentemente vi sono altri abiti sociali, ed altri parassiti delle risorse comuni della terra, paragonabili, ma restiamo al campo pedatorio.

 

V’è relazione con questi assurdi ed inverosimili compensi, che sviliscono la dignità del popolo medio, con la produzione di CO2?

 

Certo che sì. Come subodorato, gli esponenti di tale privilegiato clan, possono accedere a presidi sociali, ricreativi che inflazionano la produzione di CO2.

 

Affinché un emiro o patron della, agevolata e svincolata dalle regole minime economiche dell’industria pedatoria, possa corrispondere 40 milioni l’anno, più altri introiti pubblicitari, a Messi quanti barili di petrolio devono essere bruciati all’altare del prodromo mio, e prodromo casta nostra e la terra risentirne aggravandosi nelle spasmodiche contrazioni di rantolo, oltre la  ormai compromessa, capacità di omeostasi fisiologica?

 

Pertanto a titolo di nefando esempio apicale, dichiariamo il PSG (Paris Saint Germain) inquinatore universale, come i suoi apocalittici giocatori.

 

Tacciamoli per tali egoistiche nefandezze, loro che, parafrasando De André: “ Si al denaro si all’amore, né al cielo, né alla terra,” tanto più che appunto mai avranno rivolto una attenzione alle esigenze del mondo vegetale, se non nel saccheggio fisico e metafisico, quando nei loro periodi di vacanze sono alla ricerca di paradisi, sempre più perduti, che contribuiscono a far perdere per tutti.

 

Inetti alla socialità per contratto, inetti nelle mani, che mai hanno abilitato per piantare un fiore o una pianta.

 

Ignoranti della intelligenza delle mani che, nella filogenesi umana, hanno costituito la molla per la locupletazione di artefatti intellettivi superiori e articolazione del linguaggio, che ci ha fatto diventare uomini.

 

Non sorprenda pertanto la basica facondia e sintassi discorsiva di questi esponenti di tale casta sociale, che usufruiscono di una prontezza pedestre, a cui si può ben attribuire solo il titolo di averci attribuito la postura eretta, che hanno posto gli uomini faccia a faccia frontale, con tutte le elative interlocuzioni relazionali derivanti.

 

Il mondo, quello naturale, come negarlo, è ormai in patito evidente affanno. Non più procrastinabile qualsiasi atto, se non ristorativo, almeno bloccante, ma per questo occorrono sensibilità, attenzioni risorse e soldi.

 

Per tutte le attività, società, individui concorrenti, a vario grado a tale esiziale determinismo involutivo, siano ingiunte tasse, in misura congrua al proprio grado di perniciosità.

 

Chi inquina paghi!

 

Chi inquina concorra a risanare!

 

Paghi Messi, Ronaldo; Lukaku, Donnaruma ecc. ecc.

 

Qualche parola in merito agli abominevoli attentati al patrimonio vegetale che sta incenerendo l’Italia. Nemmeno a dirlo, tutti incendi dolosi. Per ragioni varie, di cieco egoismo, gretto interesse, biechi disegni, di gente troglodita, che crede che con i soldi ci si può comprare tutto misconoscendo la non compartimentazione a comando dell’aria che è ubiqua e, sperabilmente vendicativa.

 

Colpevole lo stato, che ha smembrato il corpo forestale, invece di riformarlo. Corpo forestale che aveva subito una involuzione tale per cui si erano persi i valori fondativi, ovvero quelli di presidiare il territorio arboricolo-forestale, non invece quello di auspicare e incentivare imboscamenti a vario titolo negli uffici.  

 

Colpevole lo stato di aver concesso a enti privati la gestione dei canadair e di funzioni similari, incentivando a dismisura le voluttà egoistiche, senza rispetto e fagocitazione di introiti abboffanti. Eppure sarebbe bastato solo ridefinire i compiti:

 

1)     Il corpo forestale dello stato ha competenza di protezione del verde nazionale

 

2)     Il presidio del territorio è il vero compito, unico e improcrastinabile, sola mission come, con italico vezzo auto-prostituente agli anglicismi, si suole definire tutto.

 

3)     I compensi sono stabiliti in merito alla efficienza protettiva del patrimonio verde: computati in relazione agli esiti annuali: Nessun incendio=buona protezione=massimo compenso

 

 Incendi= decurtazione commisurate in relazione alle superfici incendiate.

 

 Il medico andrebbe pagato quando si attiva e agisce perché io permanga nello stato di salute,

 

 non quando non vigila e mette a repentaglio la mia condizione.   



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