Giancarlo Ciccozzi un artista di casa nostra

Giancarlo Ciccozzi un artista di casa nostra

- di Fulgenzio Ciccozzi -
 


Giancarlo Ciccozzi è un’artista di livello internazionale le cui qualità sono decantate da illustri e competenti critici e che oggi trovano il favore di un pubblico sempre più vasto. Giancarlo l’ho conosciuto meglio quando da ragazzo mostrava quella vivacità artistica che già emergeva nei suoi primi approcci con la tastiera di un pianoforte, allora sistemato nel retro del locale commerciale, a Roio, che suo padre Severino e sua madre Domenica gestivano al costo di enormi sacrifici. Già da allora si intravedeva la vena poetica che esprimeva con la musica e che poi ha trovato altri sbocchi portandolo ad abbracciare l’arte della scultura e della pittura seguendo maestri come il Mariani e Alberto Burri il quale  nella forma d’arte astratta, così detta informale, è stato uno dei maggiori esponenti. Pur amando questa singolare espressione artistica, che Ciccozzi propose per la prima volta nel 2010 con la serie “Trasposizioni” e “Notturni”, ha dipinto anche incantevoli figure femminili alle quali ha saputo donare quel tocco di bellezza ed eleganza che in certe raffigurazioni non deve mai mancare. Il professor Vittorio Sgarbi, che domenica scorsa era presente nella spettacolare location di palazzo Palitti, a Roio, nell’esprimere un concetto attraverso una similitudine, ha accostato le opere di Ciccozzi alle conseguenze di un terremoto il quale, nel suo violento impatto, ha “smontato” in un certo qual modo le forme del paesaggio urbano esistente e lo ha reso informe. Il critico d’arte ha fatto intendere che anche dagli elementi che costituiscono questo ambiente degradato è possibile trarre forme di bellezza. Nel caso dei dipinti del Ciccozzi, l’artista utilizza materiali grezzi (sassi, metalli, carta di giornale…) ai quali, nel ricomporli, ha dato nuova vita attraverso una propria chiave di lettura. Insomma la bellezza c’è in ogni luogo, in ogni materia, basta solo saperla vedere; coglierla, creando un “incantevole caos”, è una qualità che solo pochi hanno! Quando capitavo al bar e chiedevo a suo padre notizie di Giancarlo lui mi rispondeva, con uno sguardo compiaciuto, che il figlio stava scrivendo e/o disegnando, insomma stava “creando” qualcosa che forse un giorno gli avrebbe dato delle soddisfazioni. Quel giorno è arrivato, ma di strada ce n’è ancora tanta da percorrere, e con il sincero sostegno di suo fratello Alessandro sarà per lui più facile concentrarsi in quello che gli riesce meglio: creare arte per esprimere bellezza.


 



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