Monti peggio di Berlusconi...

«Questo governo si sta comportando peggio del precedente con L’Aquila, mostrandosi repressivo, superficiale, assente. Chiamo alla mobilitazione la città, dobbiamo scendere nuovamente in piazza contro la struttura commissariale e contro il governo Monti». Massimo Cialente contro tutti. Dopo la firma dell’ordinanza della presidenza del Consiglio 3996, già malignamente rinominata blocca-ricostruzione, il primo cittadino ha deciso di alzare il livello dello scontro nel suo intervento d’apertura del Consiglio comunale di ieri. Un’assemblea infuocata, anche per il duello al calor bianco che si è scatenato sul cambio di destinazione d’uso di un’area di circa 130 mila metri quadrati a Bazzano tra il consigliere Franco Mucciante (Forza Italia) e il presidente del Consiglio Carlo Benedetti.
Ma a tenere banco è stato soprattutto Cialente, che ha sparato a zero contro la governance della ricostruzione a tutti i livelli: un one man show contro Gaetano Fontana, e non è una novità, contro Gianni Chiodi, stessa cosa, perfino contro Mario Monti, e questa sì che è una notizia. «L’ultimo affronto - ha tuonato Cialente - è l’ordinanza sui centri storici, ennesimo atto piovuto sulle nostre teste» e che, per il primo cittadino, «contiene anche errori grossolani nell’individuazione delle competenze e taglia i contributi sulle seconde case del centro storico». Fiele per la struttura commissariale e quella tecnica di missione e, pur senza citarlo, anche per Franco Gabrielli, capo della Protezione civile, che ha bacchettato il Comune per non aver ancora presentato, dopo tre anni, il suo piano. «E le abitazioni in categoria E della periferia? Avevano bisogno anche queste di un piano di ricostruzione? Perché 7.500 pratiche sono ferme. La verità è che ci prendono in giro», ha sbottato il primo cittadino, che poi ha anticipato una mossa: «Al governo chiederò che mandi via la struttura commissariale per intero: Chiodi, Fontana, Cicchetti e tutti i loro apparati costosissimi e inutili. Chiamo a questa battaglia contro le truppe di occupazione che sta bloccando la ricostruzione tutte le forze politiche cittadine, perché in momenti come questo bisogna essere uniti», ha concluso. Reazioni a non finire. Caustico Enzo Lombardi (Forza Italia): «La chiamata alla guerra di liberazione e le numerose istigazioni rivolte alla città costituiscono le paradossali premesse alla prossima campagna elettorale da parte del primo cittadino». Sulla stessa linea Luca Ricciuti, consigliere regionale del Pdl. «Cialente tenta di coprire i danni che la sua amministrazione ha provocato, non ultimo la mancata redazione del piano di ricostruzione cosa che ha generato in parte, la 3996». Pietro Di Stefano, assessore alla Ricostruzione, ne ha approfittato per rispondere al presidente della Provincia, Antonio Del Corvo, che aveva criticato sempre sui piani: «se guardasse bene le procedure scoprirebbe che i Comuni dispongono da soli sette mesi dei riferimenti normativi necessari».
L’assemblea ha poi proseguito il suo corso tranquillo da fine consiliatura, affrontando temi disparati, ma un sussulto c’è stato sulla vicenda del Consorzio produttori del latte, che ha ottenuto la trasformazione di 124 mila metri quadrati di terreno agricolo in 98 mila di commerciale e 26 mila di direzionale. Una manna dal cielo che per i favorevoli consentirà di salvare posti di lavoro realizzando un supermercato di medie dimensioni, foresteria e stalla per la Centrale, mentre per i contrari potrebbe creare i presupposti di una speculazione edilizia. Ma nonostante i mugugni, il sì è arrivato all’unanimità.

 



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