VICENDE STORICHE NELLA TERRA DI FILETTO (AQ) DAGLI INIZI DEL 1700 FINO AL 1970

Famiglie Memmi-Altobelli-Morelli).  Questo racconto trasmesso in parte oralmente da mia nonna Giovanna Morelli nata il 14 Febbraio 1876 e morta l’11 Marzo 1962. Fatte le mie modeste ricerche lo dedico al suo ricordo.

- di Giovanni Altobelli -

 



Nel lontano 1700 a Filetto, una delle famiglie consolidate, ricca e potente è la famiglia “Memmi”, pare che la sua origine sia spagnola. In quell’epoca con il cognome “Memmi” a Filetto, vi erano diverse famiglie meno agiate della famiglia di Antonio Memmi. Questa famiglia ha una certa risonanza nel circondario, ricchezza e vari possedimenti in paese. Si racconta che tre grandi famiglie più potenti dal 700 fino alla metà dell’800, abitanti nei paesi vicini venivano soprannominate “le tre M” (a Camarda i Moscardi ad Assergi i Mosca e a Filetto i Memmi). Antonio Memmi nasce intorno al 1740, abitava nel caseggiato antistante la chiesa del paese. E’ proprietario di diversi terreni nelle campagne di Filetto, nelle località: (Vicenne, Lignifietto, Lagozzo e Selva dei “Memoni” o Memmi). Era proprietario di diverse case in paese. Tutt’oggi una antica casa di Memmi si trova in Via Piè Le Case con angolazione di grosse pietre squadrate, oltre in montagna sui Piani di Fugno, verso la località “Peecagna” aveva una vecchia casetta dove venivano depositati i prodotti della terra e rimessa attrezzi. Nell’occasione veniva usato come luogo di culto e di preghiera.  Ora sfasciata è abbandonata a se stessa.  Antonio Memmi, sposa una certa Caterina Altobelli. Oltre ad essere possidente (Antonio Memmi) faceva l’esattore delle tasse a Filetto e nei paesi vicini. Pare che Antonio Memmi sia stato assassinato il 17/12/1799 all’età di 59 anni in località “Lignifietto” (ossia vigne di Filetto), proprio nelle sue terre. Non fu mai trovato l’assassino/ni, pertanto questo omicidio rimase impunito e non ci fu un movente ben preciso, si pensava che in quel periodo fosse stato ucciso per invidia, oppure perché era un grosso proprietario terriero, a differenza di altri che erano poveri e non avevano nulla. Già nel 1786 ad Antonio Memmi gli nacque un figlio a cui gli fu dato il nome di “Giovambattista”. Da giovane studia, diventato adulto eredita i possedimenti di famiglia, sostituendo il padre nell’amministrazione di questi possessi. Giovambattista Memmi sposa una certa Angela Vicentini di Tempera, nata nel 1784 di famiglia benestante. Da questo matrimonio, nacque il 24/06/1815 un figlio cui fu posto il nome di “Antonio” come il nonno ucciso 16 anni prima. Dalle ricerche effettuate, non è stato possibile rilevare se questo figlio sia morto poco dopo la nascita, perché in quel periodo morivano diversi bambini. Non avendo ritrovato la documentazione del decesso si può pensare che sia emigrato in età giovanile. La prima ipotesi, è quella della morte, pare che sia la più accreditata perché i coniugi Giovambattista e Angela Memmi non avevano eredi…Per questo motivo pare che i coniugi Memmi abbiano deciso di adottare nell’anno 1840 una bambina di nome “Enrica o Richetta Alloggia" nata il 19/4/1837 a Filetto, figlia di Arcangelo Alloggia e Rosa Riccetelli. Abitava verso Via della Chiesa Vecchia. La figura di Don Giovambattista Memmi a Filetto è molto importante: oltre ad essere una persona ricca, faceva parte del Decurionato di Filetto, ebbe anche la carica di Ufficiale di Stato Civile, nonché fu Priore e Fondatore della Confraternita della Chiesuola. Il giorno 13/03/1840 il Memmi si reca a Roma con i cavalli, al cimitero di S. Priscilla, da dove preleva le ossa di S. Clemente Martire riportandole a Filetto. Per la devozione del Santo, il Memmi, decise di istituire una festa che doveva svolgersi nella prima domenica di Maggio e S. Clemente doveva essere il secondo Protettore del paese dopo S. Crisante e S. Daria. Tornando all’adozione di Enrica Alloggia, la ragazza, all’età di 17 anni, il giorno  10/08/1854 sposa un  giovane filettese di nome Ferdinando Altobelli nato il 12/03/1832 da Pietro Altobelli e Giustina Marcocci abitante verso Via del Forno. Di conseguenza tutta la proprietà di Don Giovambattista Memmi passa alla figlia adottiva Enrica, che eredita tutto il casato del centro storico del paese e tutti i terreni nel comprensorio di Filetto. Fu questo un matrimonio ricco e gli sposi presero residenza nel casato adiacente la chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista. Da questo matrimonio nacquero cinque figli, tre femmine e due maschi: Lucia, Angela e Teresa. Dei due figli maschi uno, Antonio nato nel 1857 muore alla tenera età di quattro anni il 3/07/1861. Il secondo invece nacque due giorni dopo e in altre parole il 5/07/1861 e gli fu dato il nome di Giovambattista. Va ricordato che Arcangelo Alloggia padre di Enrica proveniva da Camarda e prima di formarsi la famiglia faceva il “garzone” alle famiglie filettesi più ricche.  Enrica Alloggia, sua figlia gli regalò una casa a Filetto in Via Cesa n° 12 dove ebbe per sempre la sua dimora. Tornando alla nascita di Giovambattista Altobelli, figlio di Ferdinando ed Enrica Alloggia, accadde un fatto sconcertante: era il giorno della festa dei Santi a Paganica, mentre Ferdinando Altobelli tornava a tarda sera dalla fiera di  Paganica salendo verso l’antica strada mulattiera per Filetto fu preso in un agguato ed ucciso vicino le sue terre in località “Lagozzo”. Dopo dato l’allarme per mancato ritorno e fatte diverse ricerche fu ritrovato morto il giorno dopo alle ore 14,00 del  1° novembre 1860 da due paesani di Filetto, un certo Gaspare Altobelli e Angelo Ciampa che dopo avvertito la moglie Enrica Alloggia  dell’accaduto dettero testimonianza all’Ufficiale dello Stato Civile del Comune Demetrio Marcocci.
Il giovane Ferdinando Altobelli, detto “Fiore” morì all’età di 28 anni, quasi nello stesso punto dove 60 anni prima era stato assassinato nel 1799 il possidente Antonio Memmi. Anche per questo omicidio non ci fu un movente ben preciso, ma pare dai racconti trasmessi di generazione in generazione che ad ucciderlo fossero stati due giovani filettesi quasi della stessa età di “Fiore”: un certo Diodato Donati nato il 12/01/1838 detto “Orso” per la sua possenza fisica ed un certo Desiderio Cialone nato nel 1836 detto “Serpente” per la sua aggressività. In quel periodo storico vista la confusione del passaggio delle Leggi dal periodo borbonico all’unità d’Italia le forze dell’ordine fecero poche indagini e non fu assicurato nessuno alla giustizia. Questi sono solo racconti dei vecchi, in ogni modo le motivazioni potrebbero essere state sia quelle di una vendetta per gelosia di una donna o perché Ferdinando Altobelli era divenuto un potente proprietario terriero avendo sposato Richetta Alloggia la quale aveva ereditato il patrimonio di Don Giovambattista Memmi che fungeva da padre putativo. Tornando a don Giovambattista Memmi: essendo stato Priore e fondatore della Confraternita dedicata alla Madonna del Rosario, cui è dedicata la “Chiesuola” dove aveva donato alla parrocchia del paese il terreno prima della costruzione e la campanella tutt’ora appesa nel campanile.  Chiese agli eredi e ai concittadini di Filetto: dopo la sua morte di essere sepolto sotto il pavimento della chiesuola insieme alla sua consorte Angela Vicentini. Quest’ultima, nobile donna di Tempera morì il 17/10/1853 e fu sepolta sul lato sinistro del pavimento della chiesuola; in seguito dopo 10 anni anche il corpo di Don Giovambattista Memmi, morto il 29/01/1863 all’età di 77 anni fu posto accanto a sua moglie nello stesso luogo. Oramai Enrica Alloggia era rimasta vedova e sola con i suoi quattro figli e tutta l’eredità. Dopo un anno dalla morte del marito celebra un secondo matrimonio il (19/10/1861) con un certo “Antonio Morelli” nato a Tempera (AQ) il 12/04/1835, persona istruita e di grande abilità amministrativa del paese. Divenne all’epoca assessore del Comune di Camarda, nonché Ufficiale di Stato Civile. Da questo secondo matrimonio, fra Richetta Alloggia e Antonio Morelli, nascono nove figli di cui uno deceduto appena nato: (maschi Clemente che da grande fu soprannominato “Cavour” per la somiglianza a Camillo Benzo Conte di Cavour, Ferdinando nome rilevato dal primo marito che fu assassinato e Giuseppe; mentre le femmine: Filomena, Cristina, Vincenza, Maddalena e Giovanna mia nonna). Un’altra storia si inserisce in questo racconto: dopo la morte di Ferdinando Altobelli, Richetta donna di famiglia e grande lavoratrice, mentre si recava con il canestro sul capo a portare il pranzo agli zappatori nelle vigne in località “Lagozzo e Lignifietto” s’imbattè, nel luogo dove era stato ucciso il primo marito, in una situazione strana.  Richetta avvertì in un certo momento il sollevamento del peso del canestro dalla sua testa e sentì una richiesta di aiuto da parte di una voce sofferente che sembrava quella del marito morto. Pareva un’anima in pena; sarà stata la paura o la suggestione fatto sta che Richetta ogni qualvolta passava di là e sentiva sempre la stessa voce. Di questa grande famiglia rimangono solo quattro maschi e otto femmine cioè dodici figli, che per oltre un secolo hanno creato nuove famiglie, nel quartiere centrale di Filetto vicino la chiesa, un miscuglio di razze sempre nell’ambito di Filetto, nonostante gli spazi logistici fossero ristretti fino agli anni 70. Mentre la famiglia Memmi si era estinta con la morte di Don Giovambattista, si crearono altre generazioni delle famiglie Altobelli-Morelli  fino alla metà del 900.  Sono stati ripetuti e battezzati i nomi del passato come per esempio: Giambattista, Battista,  Ferdinando, Fernando, Richetta e Richetto questo tutto in memoria degli antenati. La famiglia di Antonio Morelli e Richetta Alloggia prima della fine dell’800 con tutti quei figli stava quasi ad andare alla rovina per il tenore di vita che conducevano, dovettereo vendere per sopravvivere diversi terreni: (la località Vicenne ad un certo Pietropaolo Gambacurta di Filetto e la località ai confini con Paganica detta Lignifietto e la località Pratucce alla periferia sud del paese alla famiglia Masciocchi dell’Aquila), quest’ultime terre furono riacquistate dagli eredi nel 1968. Gli eredi degli Altobelli-Morelli si sono sposati creando nuove famiglie. Nel casato vicino la chiesa nell’800 era sorto un piccolo convento di suore, dove nel passato era stata eretta una torre merlata con affreschi e pitturazioni varie che in parte fu abbattuta incivilmente da uno degli ultimi eredi dei Morelli, forse per causa delle crepe formatesi nel terremoto del 1984, si poteva anche recuperare?.... Antonio Morelli nella sua vita in tutto il paese fu rispettato da tutti, venne soprannominato “Zampanella o il Temperese”. Questa è una piccola storia del passato di tre famiglie filettesi: “Memmi-Altobelli-Morelli”, fatta di miseria e sofferenza, ricchezza, misteri ed assassini. Alloggia Enrica muore il 25/01/1911 e il marito Antonio Morelli muore l’1/07/1914. Durante la mia infanzia soprattutto negli anni 50/60 quando abitavo con i miei genitori a Filetto in Via della Chiesa 4, con tutte quelle piccole scalinate. Ricordo il quartiere pieno di gente, donne, bambini che scorrazzavano alla piazzetta della chiesa. Appena finita la guerra ricordo che le donne con la miseria si prestavano i fiammiferi o la brace per accendere il camino o la conserva per il sugo e tante altre cose. Spesso le donne del quartiere litigavano fra di loro ma tutto tornava nella loro normale tranquillità. Voglio ricordare dal basso verso la salita della strada i nomi di queste donne: (Anna Altobelli detta peazzona, Alfonsina Alloggia mia madre, Cecilia Marcocci detta la fornara, Rosaliva Cupillari detta la sagrestana, Assunta Giannangeli detta l’assergetta, Chiarina Altobelli, Carolina Ciampa detta la mucchera, Antonina Ciampa detta la pronta, Rosa Morelli detta Rosa della pronta, Ascenza Altobelli detta di Ciancona. Queste donne erano dei veri personaggi del passato per non parlare degli uomini quanti ce ne erano….Sto per concludere questo mio racconto del passato. Voglio aggiungere che durante la ristrutturazione della chiesuola e il consolidamento del pavimento nel 1993/94 da parte della ditta Di Giamberardino sono state ritrovate, sulla sinistra le ossa di Don Giovambattista Memmi e sua moglie Angela Vicentini e di due bambini nati da Enrica Alloggia in cassette separate.  Tali ossa sono state riposte per disposizione dell’allora parroco, monsignor Demetrio Gianfrancesco sul lato opposto a quello nel quale furono ritrovate. Oggi quelle tre famiglie di una volta sono quasi scomparse: (I Memmi- Gli Altobelli e I Morelli o Zampanella) nel quartiere di Via della chiesa non esistono più. Tutta quella gente, la miseria e la simpatia di tutti ancora è impressa nella mia mente. Allora sì che eravamo poveri ma felici. Oggi i giovani hanno altre cose da pensare, il consumismo, la modernità li rende indifferenti con le nuove tecnologie telematiche di ciò che è stato il passato. Ma senza raccontare il passato non si può bene conoscere il presente.

Giovanni Altobelli

Ricerche fatte:  1 –“Abruzzo Aquilano Santo” vol II.-
                         2 - _Archivio di Stato
                         3-    Anagrafe Delegazione Camarda


Collezione fotografica storica di Giovanni Altobelli



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