ANTONIO CHIARIZIA “PERSONAGGIO DEL 900 DI FILETTO AQ”

- di Giovanni Altobelli -
 
 
Antonio Chiarizia nacque a Filetto il 05/02/1896 da Fabio e Giulia Alloggia. Personalmente l’ho conosciuto durante la mia infanzia. Ricordo di Antonio Chiarizia dopo gli anni 50 durante la primavera-estate era solito sostare nelle scalette di Piazza della Chiesa con il suo bastone, aveva un anellino bianco all’indice della mano sinistra, poiché la mano destra era offesa, scriveva con la mano sinistra. Antonio Chiarizia fin dall’infanzia nasce con una forma di poliomielite a una gamba e al braccio. Questa grave malformazione gli impedisce di svolgere una vita normale. Antonio Chiarizia è il primogenito di sei figli, seguito da: (Giustino, Giacinta, Giannina, Domenico detto Armando e Florio).  I genitori, considerato le precarie condizioni fisiche di Antonio, da ragazzo con duri sacrifici lo portano a studiare a L’Aquila, abita presso un compare del padre vicino un vicolo di piazza del Duomo nel centro storico. Frequenta le scuole magistrali e si diploma da maestro, ma non insegnerà mai a causa della grave menomazione. Appena finiti gli studi, torna con i genitori a Filetto, ma qualche anno dopo i genitori muoiono con “la spagnola”, gravissima malattia mortale, che imperversò in Europa sulla fine del 1918/20. Rimase per il resto della sua vita a convivere con il fratello Florio a Filetto in Via Largo Colletrone.  Chi era Antonio Chiarizia? Era un vero personaggio del 900, un uomo di grande intelligenza, faceva sempre dell’ironia con la gente, ma soprattutto con i giovani. Era un assiduo lettore di romanzi, narratore e regista teatrale. Scriveva e leggeva lettere alle persone analfabete, ai congiunti emigrati e militari, redigeva atti di compravendita a tutta la gente che ne aveva bisogno. in quel momento. Insegnava a leggere e scrivere a casa sua ai ragazzi. Durante le belle serate d’estate rimaneva alle scalette della chiesa fino a tarda notte a raccontare romanzi e tante barzellette.  Egli era una grande attrazione per ragazzi e giovani in un’epoca con tanta miseria dove tutti allora eravamo contenti. Antonio Chiarizia veniva rispettato da tutti, anzi quando c’era un matrimonio veniva quasi sempre invitato. Durante le lunghe serate d’inverno col freddo nelle stalle raccontava con passione romanzi integrali, i giovani e le donne che filavano la lana e facevano la maglia, ascoltavano per ore e ore. Allora non c’erano televisioni e radio,  Antonio era l’unico riferimento per i giovani era la voce dell’intero paese. Antonio Chiarizia, finita la seconda guerra mondiale nel 1945, per i giovani filettesi divenne quasi celebre: mentre tornavano tanti giovani prigionieri dalla guerra, trovando un paese distrutto dalla rappresaglia dei fatti del 7 giugno 1944 per mano dei tedeschi.
 Antonio Chiarizia per riportare su il morale dei giovani organizzò una piccola compagnia teatrale. Sceglieva la storia di un romanzo, poi trovava i vari personaggi e gli attribuiva le varie parti di recitazioni, si preparavano e studiavano alla casa di Antonio, quando era tutto pronto si tenevano i teatri, soprattutto nel periodo invernale: (dicembre- gennaio e febbraio). Con i pochi mezzi a disposizione, si trovavano in paese armi, coperte e attrezzature varie
all’occorrenza. I primi teatri si tennero in via Romana, nei locali del “palazzo Tivoli”, Cooperativa di consumo e nel “palazzo Facchinei ex scuole elementari”, ed infine gli ultimi anni fino al 1957 si tennero nei locali della “Chiesuola”. Fra le tante commedie teatrali dirette da Antonio Chiarizia, che aveva anche il compito di suggeritore, ricordiamo: Il lupo e l’agnello, Vandea, La bandiera sotto l’altare, Pia Dei Tolomei, Genoveffa di Brabante, I due sergenti e tanti altri. Durante il teatro potevano entrare tutti e si pagava poco, circa 15 o 20 lire, col ricavato si pagavano le spese organizzative e alla fine si faceva una cena per tutti gli attori che avevano partecipato e collaborato. Una volta la piccola Compagnia Teatrale di Filetto, si spostò a Camarda per invito di alcuni giovani del posto; ma durante la recita successe un fatto strano: “qualche giovane di Camarda  disapprovava la venuta dei filettesi nel loro territorio e sabotò il contatore della corrente al palazzo del Municipio”.  Intervenne immediatamente la guardia forestale Giuseppe Spezza di Filetto, ripristinando con autorità la corrente, cercando di conseguenza i colpevoli.  Alla fine lo spettacolo piacque a tutti gli abitanti di Camarda, e con grande spirito di amicizia si unirono camardesi e filettesi, riempirono le cantine brindando in allegria. Antonio Chiarizia, verso la metà degli anni 50 svolse anche il compito di “acquarolo” un antico mestiere che gestiva per conto degli agricoltori le acque della sorgente: “Spogna e Vagnaturo” facendo irrigare con una certa organizzazione i proprietari dei terreni il giorno e l’ora esatta. Infine fece il segretario Comunale a Camarda per un breve periodo. Dopo i primi anni 60, Antonio Chiarizia si aggravò con la malattia e non si poteva più  muovere, morirà a Filetto il 19/01/1963 in pieno inverno e con tanta neve, anzi molti giovani dovettero soccorrere la macchina dei parenti provenienti da Roma (Monte Mario) lungo la carrozzabile Camarda-Filetto in località “Rovara”. Prima dei funerali, in Via Arco Castello si dovette spalare tanta neve per prendere la bara.  Antonio Chiarizia ha lasciato un buon ricordo a tutta la gente di Filetto e a tanti giovani che l’avevano conosciuto, insomma per me e tanti altri filettesi è stato un vero personaggio del 900 di un piccolo paese che in quel periodo fece la sua storia. In questo mio breve racconto su Antonio Chiarizia aggiungo una minima storia di questo cognome: “Chiarizia”. Premesso che forse i Chiarizia fanno la prima comparsa a Filetto intorno al 1700, qualcuno presume che vengono dall’Aquila e forse potrebbe essere stato un soldato della dominazione spagnola.
Comunque uno dei capostipiti di questo cognome a Filetto è: “Giustino Chiarizia nato intorno al 1800 il quale sposa Giacinta Marcocci e  da questo matrimonio nasce Fabio padre del nostro Antonio e Stefano e Giuseppangelo”. Altre ricerche sembra che questo cognome fosse di una antica casata bolognese di avita nobiltà del 1300, denominata: “Chiarizia” per causa di una donna di nome: “Chiara”. Qui finisce il nostro racconto.



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