In arrivo mezzi per i Vigili del Fuoco per 3 mln, resta il giallo di quelli donati

Un mistero si è risolto ed un altro resta in piedi. 32 mezzi per la rimozione delle macerie sarebbero in viaggio verso L’Aquila. A dare la bella notizia il Conapo, sindacato autonomo dei vigili del fuoco. Gli automezzi e mezzi a movimento terra nuovi di zecca per un impegno di oltre tre milioni di euro serviranno al Corpo dei Vigili del Fuoco per incrementare le attività di rimozione delle macerie nei territori colpiti dal sisma. Ma il mistero delle 6 escavatrici dal valore di 860.000 euro che la Fiat donò alla protezione Civile per far fronte all’emergenza terremoto non trova ancora risposte.
I vigili del fuoco hanno infatti scoperto che la Fiat (per la precisione Case Construction Equipment, società del gruppo) ha donato alla protezione Civile un escavatore cingolato CX210B, un escavatore gommato WX145, un miniescavatore CX17B, una pala gommata 921E, una minipala compatta (skid) 435 e un sollevatore telescopico TX130-33. Tutte dovevano servire ad un unico, difficile compito: demolire gli edifici terremotati e smaltire le macerie. «Un’operazione, quest’ultima», denuncia il sindacato, «che a distanza di quasi tre anni dal sisma è appena agli inizi». Ma perché i mezzi non sono mai arrivati a destinazione? Soprattutto, dove sono finiti?
Qualche giorno fa anche Striscia La Notizia si era interessata del caso delle escavatrici scomparse. E’ stato il sindacato dei Vigili del Fuoco a rivolgersi alla popolare trasmissione televisiva per far luce sulla vicenda. E sempre a Striscia il Conapo chiedeva di scoprire che fine avessero fatto i 3 milioni di euro stanziati dal Ministero dell’Interno e destinati all’acquisto di mezzi per la rimozione di macerie (bobcat, mini bobcat e pale gommate). Dove sono questi macchinari? «Lo vorremmo sapere anche noi», dichiarava ai microfoni del cronista di Striscia La Notizia, Daniele Sbarassa, del sindacato autonomo dei Vigili del Fuoco, «questi mezzi a L’Aquila non sono mai arrivati. Se sono stati acquistati o meno non lo sappiamo, fatto sta che a distanza di due anni non sappiamo ancora niente».
Oggi, “magicamente” la lieta notizia: «i mezzi sono in arrivo», dichiara il Conapo, forse merito dell’intervento tele-salvifico.

 



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