ASSERGESI NEL MONDO - UN'ESPLOSIONE EMOTIVA DI SENTIMENTI...

Febbraio 8, 2012 - Gentilissimi Antonio Giampaoli e Gianluca Barone che non so se é anche lei un assergese nato. Sono Eugenia Vitocco Sacco mi identifico per la lettera che ho inviato ad “Assergi Racconta” intitolata “Assergi: Le nostre mura”. Nel suo meraviglioso e poetico articolo traspare per Assergi quello stesso sentimento che é nel cuore e nelle menti di noi tutti Assergesi residenti all’estero. Sentimentali ricordi che nulla e nessuno puó cancellare ed ora sono ancora piú caramente sentiti, causa la nostra avanzata etá e il lungo tempo in cui li abbiamo gelosamente custoditi e scolpiti dentro di noi e nella nostra memoria.
Del resto io non faccio che ripetere che questi cari e sacri ricordi ci alimentano anima, mente e corpo per vivere sereni e rassegnati piú a lungo possibile. Cosí é per tutti gli Assergesi all’estero. La mia lettera ad “Assergi Racconta” é stata un’esplosione emotiva di questi miei maturati sentimenti per Assergi, il mio paese d’Abruzzo che tanto ho adorato ed adoro. L’ultima volta che ci son tornata, l’ho visto (addolaratissima) come una persona vecchia avanzata negli anni che lotta per la sua sopravvivenza, stanca ma ancora buona affabile e accogliente anche se tanto triste, abbandonata e molta sola; quasi piangente sembrava mi supplicasse un sorriso come un alimento per continuare a vivere ed andare avanti per mantenersi lí per noi che torniamo dal lontano con tanto amore per essa.
Ĕ come una mamma che aspetta sempre il ritorno dei propri figli.
Non era il paradise terrestre per noi lí negli anni che ci siamo vissuti e che l’abbiamo lasciato ma ora nel ricordo e tutto meraviglioso, anche le pene e i dolori, perché quelle mura ci apparivano come un baluardo difensivo attorno. Ci proteggevano il corpo dalle intemperie e la mente per farci crescere sani e con tanta fede in Dio. Ancora le adoro. Quando fiorivano i gigli noi bambini gettavamo il bando “Corriamo son fioriti i gigli, andiamoli a vedere. Oh…ricordo i colori, non c’é paragone con nessuno e con niente oggi in questo mondo che possa farmi rivevere quella visione di gioia infantile. Ci domandavamo “ma chi ce li ha messi lissú, chi ce li ha piantati? Gli anziani nella loro saggezza e bontá innata di veri assergesi ci rispondevano che qualcuno ce li aveva piantati salendo su una lunga lunga scala. Ci sarebbe da scrivere in librone sul nostro caro paese ma una cosa so per sicuro che nel mio cuore e in quello dei miei figli c’é un immagine di esso incancellabile; é scolpita in eterno.
Un saluto affettuoso a voi tutti lí e ancora un caro abbraccio alle nostre mura. Un grazie sentito a voi rispettabili amici.
Eugenia Vitocco Sacco
EVS
 



Condividi

    



Commenta L'Articolo