Roio e la ricostruzione infinita - di Fulgenzio Ciccozzi -

Roio e la ricostruzione infinita

- di Fulgenzio Ciccozzi -

 

A tredici anni dal sisma, i lavori della ricostruzione sono in buona parte avviati ma quello che genera maggior sconforto e senso diimpotenza è che la fase progettuale per l’avvio degli stessi, quelli ancora a di là da venire, non è terminataBasta farun giro nelle frazioni dell’altopiano roiano o guardare la mappa messa a disposizione dall’USRA per accorgersi che il recupero ediliziomarca un deciso ritardo. Tra i quattro paesi di Roio solo i consorzi di Santa Rufina hanno tutti i progetti istruiti (nonostante qualche problematica). A ben vedere, la riqualificazione dei centri storici di Roio Piano, Colle e Poggio vecchio è ancora in fase poco più che embrionale. Addirittura, al Poggio la pratica di un aggregato formato soprattutto da prime case è ben lungi dall’essere definita. A Roio Piano e Colle ci sono due consorzi in cui la sola scheda parametrica parte prima risulta essere istruita. Dunque, dati alla mano, la frazione di Santa Rufina sembra essere la più virtuosa. A questo punto è legittimo chiedersi se alcune cose potevano essere fatte diversamente per agevolare la ricostruzione e magari apportare qualche miglioria dal punto di vista urbanistico. I parcheggi per esempio. Tutto è rimasto come prima. I cittadini sono costretti a posteggiare le macchine lungo i bordi delle stradeoccupandparte della carreggiata. Questo è uno dei prezzi da pagare del volere il dove era e come era” senza potere apportare una benché minima modifica al Piano Regolatore rimasto fermo agli anni Settanta! Della serie ritorno al passato, ma di un passato che non potrà essere ridisegnato solo mantenendo lo stesso assetto urbano medievale di una volta, poiché quelle pietre, che formavano le case attraverso le quali si poteva leggere la storia dei suoi abitantinon ci sono piùBuona parte dei fabbricati sono crollati, distrutti e i pochi rimasti parzialmente in piedi sono ormai malandatiE intanto passano gli anni e il mondo non sta a guardare. La società si evolve e segue i suoi ritmi purtroppo scossi da eventi inaspettati i quali aggiungono altri terremoti al nostro. Sconvolgimenti che inevitabilmente si riversano sull’andamento della ricostruzione misurandone ulteriori ritardi modificandone icosti. Già dal 2021, i prezzi delle materie prime hanno iniziato a salire, ma è dal 2022 che hanno subito una vera e propria impennata con la crisi energetica il rincaro carburanti. Ci mancava la guerra in corso per creare la tempesta perfetta. I listini dei fornitori parlano chiaro: gli aumenti superano le due cifre in percentualeChi se ne farà carico? Le ditte? I proprietari? O entrambi? Sono previsti meccanismi di compensazione per le impreseÈ necessario, inoltre, tenere conto che la crisi economica in atto potrebbe portare il governo a varare misure di riduzioni progressive delle agevolazioni fiscali di cui usufruiscono i proprietari che per forza di cose si accollano parte delle spese dei lavori edili. È dunque lecito farsi delle domandeDomande alle quali chiedere delle risposte. Risposte che dovrebbero dare alcuni (fortunatamente una piccola parte) degli attori coinvolti nel processo di riqualificazione dei borghi (proprietari, tecnici, ditte, burocrati) che hanno ritardato e in qualche modo ostacolato agendo con poca competenza, a volte con pigrizia e spesso con ingordigia. I lavori di recupero dei centri della vallata non possonosubire ulteriori rallentamenti e tenere gli abitanti perennemente intrappolati al 2009. È opportuno reclamare il diritto a una vita che torni presto alla normalità. Questo lungo incedere portainevitabilmente a un senso di apatia che non rende giustizia alla memoria di cui gli anziani sono prezioscustodi. Ciò che invece deve restare immutato è il ricordo verso coloro che per via di quello spiacevole evento hanno pagato il prezzo più alto con la propria vita e che fino a tre anni fa, prima della pandemia, venivano annualmente commemorati a Colle Miruci, a Roio, nell’epicentro del terremoto del 6 aprile. Intanto, le maestranze che operano nei cantieri roiani si danno appuntamento ogni mattina nei due bar a ridosso della piazza del Santuario. Un sorso di caffè e via. Non c’è più tempo da perdere. I nostri paesi sono stanchi e non hanno più voglia di aspettare!

 



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