Cercasi frazioni disperatamente - di Fulgenzio Ciccozzi

Cercasi frazioni disperatamente

 

- di Fulgenzio Ciccozzi -

 

C’era un tempo in cui il parroco di campagna si recava nelle case dei fedeli, soprattutto dei più deboli, per rincuorarli e far sentire forte la presenza di Dio. Anche i fraticelli non si sottraevano a questo mirabile servizio spirituale. C’era un tempo in cui anche gli eletti dal popolo incontravano i cittadini per le vie e le aie dei paesi, davanti agli usci delle case per scambiare qualche parola e capire come poterli agevolare e rendere meno ostica la loro esistenza. Era un modo di comunicare che trasmetteva fiducia e contribuiva a forgiare il senso civico in seno alle famiglie le quali erano ben consce delle proprie difficoltà ed erano altrettanto consapevoli che qualcuno si stava adoperando per rimuoverle prendendosi cura di loro. Insomma, questi signori e signore che si ponevano al servizio della comunità non erano considerati come forestieri o entità astratte ma persone in carne ed ossa che guardavano negli occhi per capire se potevano concedergli fiducia. Erano gli “usi e i costumi” di un’epoca che il vento dei cambiamenti ha portato via. Adesso le cose vanno in un altro modo ed… è tempo di elezioni!

E proprio in piena campagna elettorale ognuno dei potenziali candidati dà il meglio di sé nel proporre progetti sul futuro della città, ovviamente, e di rimando, e solo di rimando, a bassa voce, ogni tanto si sussurra “qualcosa” che abbia anche a che fare con le frazioni. Ma che non si dica troppo forte, però, altrimenti si rischia che poi gli abitanti del contado potrebbero crederci per davvero. La realtà è che queste “entità aliene”, le frazioni, sembrano vivere in un mondo parallelo, estraneo alla vita che gravita intorno all’area metropolitana del capoluogo. Alla base di tutto ciò c’è innanzitutto una scarsa conoscenza del territorio da parte degli amministratori eletti i quali, in parte, sono del tutto estranei alla vita sociale degli abitanti dei paesi, e verso i quali non hanno fatto mai sentire vicina la loro presenza compromettendo, in questo modo, la possibilità di raccogliere le istanze che gli stessi abitanti avrebbero potuto avanzare. Istanze che non sono solo le solite note ma che vanno oltre, e si basano su servizi e investimenti che aiuterebbero a ricomporre tutti quei tasselli di vita sociale che il terremoto non ha fatto altro che frammentare ulteriormente. Tolti i consigli di circoscrizione e depennati i consigli territoriali sono rimasti solo gli Usi Civici a portare avanti alcune esigenze dei locali. Non dimentichiamo, però, che il loro ruolo non è comunque equiparabile a quello dell’istituto parlamentare cittadino. Insomma, ci si augura che le frazioni vengano dotate di più autonomia e che non siano considerate solo come terreno di caccia per cavare qualche voto in più.

Oggi è tempo di elezioni! E forse per qualche giorno quel miracolo di un tempo potrà ripetersi!

 



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