LA STELE DEDICATA ALLE VITTIME DEL SISMA DI AMATRICE REALIZZATA DALLO SCULTORE MARINO DI PROSPERO

LA STELE DEDICATA ALLE VITTIME DEL SISMA DI AMATRICE REALIZZATA DALLO SCULTORE MARINO DI PROSPERO DI TORNIMPARTE (AQ).

 

 

- di Camillo Berardi -

Si avvicina il 6° anniversario del terremoto che ha raso al suolo la cittadina di Amatrice, uno dei “Borghi più belli d’Italia” e il 24 Agosto p.v., la comunità amatriciana si stringerà nel dolore e nel ricordo delle sue vittime. 

Nel “Parco Don Giovanni Minozzi” del borgo appenninico, spicca il monumento rupestre dedicato ai caduti del sisma, segno indelebile a memoria di chi non c’è più.

L’opera è stata realizzata dall’autorevole scultore M° Marino Di Prospero di Tornimparte (AQ).

Il monumento è formato da un grande disco che raffigura il rovescio della moneta con il Cavallo” di Amatrice e il motto “Fidelis Amatrix”, a ricordo del privilegio concesso ad Amatrice di battere moneta nel 1486, sotto Ferdinando I d'Aragona, per la fedeltà dimostrata al sovrano.

La grande piastra di marmo, sull’intera superficie, simula la frantumazione ingenerata dall’immane tragedia, con un chiaro riferimento anche alle vite spezzate e infrante dal sisma. I frammenti sono riassemblati con cicatrici indelebili e simboleggiano una speranza di rinascita. Lo spicchio del disco mancante vuole significare che nella ricostruzione del borgo, non tutto tornerà come prima e qualcosa mancherà per sempre.

Le immagini allegate mostrano la stele durante alcune fasi fasi della lavorazione e il rovescio dell’antica moneta coniata ad Amatrice, alla quale è ispirata la decorazione del monumento commemorativo.

Viene riportato, infine, il video montato da Antonio Giampaoli con le prime immagini della distruzione sismica del borgo appenninico, accompagnate dal canto “Amatrice Patria mia diletta”, con versi di Don Luigi Aquilini e musica di Camillo Berardi:

 

AMATRICE PATRIA MIA DILETTA

 Versi di Mons. Luigi Aquilini                            

 Musica di Camillo Berardi

 

 O Amatrice, patria mia diletta,                             

 tu che grandeggi per le glorie avìte,                    

 deh! Ora ascolta quel che il cuor mi detta!            

 Voi tutti amici miei udite udite!

 

                Cara chiesetta amena della Croce!

                Domini solitaria sull'altura

                ove il pastor con l'eco della voce

                invita il gregge suo alla pastura.

 

 De la Matrice Tu sei la vedetta!

 Dacci tu, sempre, segnali d'amore!

 O Croce santa ovunque benedetta

 a Te sia lode, gloria e tanto onore!

 

                Non conoscesti Giotto, né il gran Santo,

                ma i natali desti a un grande artista

                che a la Matrice donò lustro e vanto

                di Roma andando pure a la conquista!

 

 Nicola Filotesio e poi Cappelli

 esaltaron la terra amatriciana

 affascinati dal pittor Crivelli

 poi che lasciò la patria veneziana!

 

                Un cappuccino vedesti poi santo:

                fu dal sultan dei turchi al gancio appeso!

                Lo liberò il Signor come d'incanto

                Sì da tornare ad Amatrice illeso!

 

 La pastorella giù tra i boschi in fretta

 Raduna il gregge incontro alla collina

 ignara del mister che già l'aspetta;

 attratta dal fulgor la fronte china!

 

                Tra lo stupor dei dodici estasiati

                ascende Cristo al cielo, vera luce;

                qui sulla terra come figli amati

                per man sua Madre ancora ci conduce!

 

 Per voi difesi dalle antiche mura

 ora propongo una meta ardita:

"Amate il cielo azzurro e l'aria pura,

cercate di salir tutta la vita!"

 



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