Roio e la fauna, prove di convivenza

Roio e la fauna, prove di convivenza
 

 - di Fulgenzio Ciccozzi -
 

È periodo di amori per i cervi. Il richiamo delle cerbiatte in questo periodo è forte e i maschi scorrazzano nei dintorni dei centri abitati, attraversano le strade e mettono in pericolo la loro vita e l’incolumità dei conducenti. Domenica scorsa, nella strada che da Roio scende verso Pianola, un bell’esemplare di questo mammifero dalle lunga corna si trovava a ridosso della carreggiata, lì vicino volpi e lupi, quando si fa buio, attraversano sovente la strada per ricongiungersi con atri simili e occupare nuovi spazi vitali. L’anno passato, lungo SS 615, un cinghiale grosso come un bue stava fermo occupando una parte della strada e più su, nel punto in cui la via sta per affacciarsi sull’altopiano roiano, un giovane cervo si trovava disteso lungo il manto stradale, vittima di un incidente. Per evitare questi spiacevoli inconvenienti sarebbe corretto discuterne e proporre delle soluzioni come, per esempio, apporre un’appropriata segnaletica nei punti maggiormente interessati, installare dei dissuasori a infrarossi che segnalano la presenza di animali che si avvicinano alla strada, collocare dei guard rail adeguati per ostacolarne l’attraversamento e favorirne il passaggio realizzando dei sottopassi. Uno dei punti più esposti si trova in località La Foce. Con tale vocabolo si indica una sorta d’inghiottitoio dove si perde il piccolo ruscello che attraversa la valle di Roio. Questo luogo, per le sue caratteristiche morfologiche, offre da sempre rifugio a piccoli animali dal colore rosso-arancio. Un po’ di anni fa, su un albero che si trova in questa zona pendevano i cadaveri di alcuni di questi splendidi animali rei forse di aver mangiato qualche gallina, cacciato qualche lepre o furono uccise per via di un abbattimento selettivo consentito dalla le legge per il controllo della fauna selvatica, provvedimento opinabile che non trovò consenso dalla maggior parte della popolazione e non autorizzava certo a compiere tali macabri gesti. Da qualche settimana, nel paese vicino, al Poggio, scenda dal colle di San Lorenzo una bellissima volpe dal colore fulvo e  una lunga coda nera, si fa un giro nel paese abbandonato, la si vede uscire furtiva dalle case rovinate e poi si allontana di nuovo. L’abbaiare dei cani ne affrettano la fuga. Lei non cade nei tranelli raccontati nelle favole di Esopo; è furba e, nonostante la fame, sa che per essere libera c’è un prezzo da pagare. È giunta l’alba, e dopo tanto peregrinare tra i resti di quello che una volta era un paese da favola, per la volpe è ora di tornare nei boschi a nascondersi negli anfratti del monti circostanti, protetta dalla natura e lontana da un mondo che non conosce e dal quale è forse meglio tenersi alla larga.

 



Condividi

    



Commenta L'Articolo