UNA STELE IN MEMORIA DI FRANCO GAMBACURTA (PER NON DIMENTICARE)

UNA STELE IN MEMORIA DI FRANCO GAMBACURTA

  (PER NON DIMENTICARE)

La nostra storia – Seconda guerra mondiale

- di Giovanni Altobelli -

 

Premessa. Prima di parlare e coltivare la memoria di Franco Gambacurta, per dovere di cronaca devo fare un po’ di storia di questa famiglia.  Il capostipite di questo ramo dei Gambacurta agli inizi dell’800 è il famoso Pietropaolo Gambacurta detto “Uromanu”, poiché lavorava come guardiano di bestiame fra “Agro Pontino e Roma”, avendo sempre rapporti con il paese nativo di Filetto dove tornava spesso. Il figlio di Pietropaolo “Francesco” nato il 24/3/1863 si unisce in matrimonio con Annarosa Gabriela Ciampa, da questo matrimonio nasce Luigi Gambacurta il 5/7/1899.  Un bell’uomo alto e robusto.  A Filetto la gente lo soprannominò “Luigi Ulongo”.  Da giovane è stato sempre a Roma, ma tornava spesso in paese, aveva la casa in Vico del Castello n. 2. Dopo gli anni 20 conobbe la giovane Giuseppina Torrani nata il 30/1/1893 proveniente dalla “ Ciociaria” bella donna aggraziata la quale portava spesso in paese la sorella Tuta. I due giovani si uniscono in matrimonio e nascono tre figli: Liliana classe 1925, Franco 1927 e Paolo 1930. LA SECONDA GUERRA MONDIALE.  Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, ha inizio la resistenza, le truppe germaniche invadono il territorio nazionale compreso le nostre parti.  La famiglia di Luigi Gambacurta si trova a Roma, abita nel quartiere San Lorenzo, il secondo genito Franco Gambacurta nato il 20/7/1927 ha sedici anni è studente liceale, il padre Luigi, appena che iniziarono i bombardamenti in città dagli anglo-americani manda il figlio Franco a Filetto per evitare il pericolo. In quel periodo di guerra fra il 1943/44 la montagna di Filetto e parte di quella di Barisciano è teatro di esecuzioni di spie fasciste da parte dei partigiani e nascondigli di soldati inglesi paracadutati, dove molte volte venivano  nascosti  clandestinamente dalla gente di Filetto. Ovviamente è da ritenere che i soldati tedeschi stanziati a Paganica e L’Aquila, furono informati bene dai referenti fascisti locali della situazione nella montagna  dell’esistenza di partigiani e soldati inglesi.  

LA MONTAGNA DI FILETTO 25 SETTEMBRE 1943.  L’autore di questo racconto, fin da giovane, ha sentito parlare dell’uccisione del giovane Franco Gambacurta di 16 anni di Filetto, racconti frammentari, ma che avevano una loro logica di come avvennero pressoché i fatti in quella tragica mattinata del 25 settembre 1943. Le operazioni per rastrellare e snidare soldati inglesi, partigiani e loro affiliati da parte dei soldati tedeschi, iniziarono la mattina presto. I camion si trovavano a Filetto, ma i soldati tedeschi per raggiungere la montagna dovevano quasi camminare un’ora a piedi, poiché non c’erano ancora strade di comunicazione come oggi.  Il territorio, pieno di soldati, contadini dediti ai lavori dei campi, giovani sparsi ovunque.  In paese dopo la guerra si è sempre saputo che la morte di Franco Gambacurta da parte dei tedeschi fu eseguita perché da Monte Rola avevano avvistato il giovane che aveva gettato una pistola. Inoltre gli stessi soldati tedeschi avrebbero ucciso un loro commilitone per disaccordo fra di loro, questi sono stati sempre i racconti della gente di Filetto.  Gli avvenimenti di questi fatti accaduti sono stati portati a conoscenza di tutti.  Nell’anno 2013 a settanta anni dell’anniversario della morte di questo giovane, parlando con la sorella “Liliana” mi fornì alcune notizie della vicenda e la foto di Franco che venne subito messa in rete.  Anzi volevo scrivere in America a Pietro Battistella componente del gruppo dei giovani che stavano insieme a Franco in quella tragica mattina del 43 per sapere qualcosa, ma venni informato che era morto anche Lui, come gli altri del gruppo. Mi rivolsi al quotidiano “Il Centro” che il 24 settembre 2013 pubblicò il primo articolo di una sommaria e interessante ricostruzione dei fatti del 25/9/1943 di questa storia. Proseguendo il mio racconto devo riconoscere e rendere merito ad alcuni cittadini di Filetto che in occasione dei 70 anni dall’uccisione di Franco Gambacurta, localizzarono il luogo preciso di “Capo la Forca” dove avvenne la tragica esecuzione del giovane sedicenne, e deposero una piccola, ma significativa targa alla memoria, “che nessuno deve dimenticare, soprattutto le future generazioni”. 

DOPO 78 ANNI ESCE FUORI LA VERITA’ SULLA MORTE DI FRANCO GAMBACURTA. Il quotidiano “Il Centro” con il giornalista Giustino Parisse ha scoperto l’esistenza del faldone del 1943, dove è riportata dettagliatamente la verità storica dell’uccisione del giovane Franco Gambacurta da parte dei soldati tedeschi il 25 settembre 1943, durante una retata per catturare soldati inglesi e partigiani nella montagna di Filetto.  Questa scoperta importante è da ritenersi quasi paragonabile a quando nell’anno 1969 il giornale tedesco Der Spiegel scoprì che ad ordinare l’eccidio di 17 inermi cittadini di Filetto fu il capitano Defregger, divenuto poi Vescovo ausiliare di Monaco di Baviera, di conseguenza è stato chiarito che fu una falsa accusa. L’omicidio del soldato tedesco che invece era stato un altro soldato tedesco, che l’aveva scambiato per un soldato inglese.  La falsa accusa ingiustificata portò alla morte del giovane Franco Gambacurta, furono loro quei soldati tedeschi senza cuore, addestrati al male e all’odio dall’ideologia nazista a portare alla morte del giovane. Man mano che passa il tempo, ogni atrocità della guerra viene portata a galla, quindi la storia viene riscritta.

UNA STELE, A MEMORIA DEL GIOVANE FRANCO GAMBACURTA.  Per concludere questo mio racconto, voglio lanciare un appello alla società civile (cittadini di Filetto, associazioni locali, associazioni partigiane, Comune dell’Aquila, Ente Parco, Usi Civici e Ambasciata Tedesca ed altri), per realizzare entro l’anno prossimo una stele in pietra locale della nostra cultura contadina alla memoria del giovane Franco Gambacurta nel luogo dell’uccisione di “Capo la Forca”. Che sia di monito a tutti, in particolare alle future generazioni di rifiuto della guerra e del “nazi-fascismo” che ha fatto milioni di morti nella Seconda Guerra Mondiale. Una volta realizzata la piccola opera che deve essere un luogo di sosta e di memoria, poiché la nostra montagna è sempre più frequentata da tanta gente: escursionisti, mountain bike ed altri. Dobbiamo soltanto partire e costituire un comitato per l’organizzazione e raccogliere un po’ di fondi. L’Ambasciata Tedesca a Roma, ci dovrebbe offrire qualcosa per la realizzazione e partecipare all’inaugurazione per una definitiva riconciliazione fra i due paesi.

A tutt'oggi l'Associazione Partigiani dell'Aquila e L'Associazione locale di Filetto, ancora non hanno preso l'iniziativa per la realizzazione della stele alla memoria.

Collezione fotografica storica di Giovanni Altobelli

 



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