Le due emozioni di Monti

(di Gianfranco Colacito) – Parole sue, tra le quali una, emozioni, non deve essergli molto abituale. Il prof. Mario Monti, capo del Governo, ha detto stasera, a conclusione della sua visita, di aver provato due forti emozioni. Lo ha raccontato con tono misurato e voce bassa, tranquilla. La prima emozione, più forte, visitando il centro storico dell’Aquila distrutto dal sisma. La seconda al laboratorio del Gran Sasso, tempio della scienza, quindi luogo speciale dedicato alla lungimiranza e al buon nome dell’Italia nel mondo. E’ stata una confessione signorile e pacata, misura dell’eleganza e della compostezza dell’uomo Monti. Un tempio della scienza in cui, in questi giorni, illustri scienziati disquisiscono sui neutrini e la velocità della luce, increduli di fronte alla possibilità di Einstein abbia … sbagliato.
Raccontiamo per sommi capi la serata, in un affollato auditorium nella sede INFN di Assergi.
Il sindaco Cialente ha consegnato a Monti e ai suoi ministri Profumo, Barca e Cancellieri tra documenti. Uno sul progetto per L’Aquila capitale della cultura, il secondo sul progetto “smart city”, città intelligente, che sta prendendo forma; il terzo sulla futura illuminazione della città rinata. Quando rinascerà, e lo stesso Monti ha avvertito: “Ci vorranno diversi anni”. Il progetto di un sogno, quindi, di una visionaria città risorta che è ancora molto lontana.
Il ministro Profumo ha portato una premessa: dalle grandi disgrazie, spesso nascono grandi stimoli per tornare – un domani – migliori di prima. La basilari risorse, ha detto, sono la formazione e la ricerca. L’interazione tra i saperi. per una smart city occorrono strumenti, progetti e idee nuovi. La qualità della vita, domani, dovrà essere migliore. la tecnologia da sola non basta, diventa vecchia rapidamente. Le città sono aggregati, in cui occorrono risposte ai cittadini. Il Gran sasso Science Institute – che nascerà dentro l’INFN – sarà il baricentro, con nuove professionalità, capaci di strutturare una comunità intelligente. Presto sarà nominato un comitato per il Gran Sasso Institute, in cui ben 16 milioni di risorse proverranno dalla regione Abruzzo. Il progetto procederà, viene promesso dal Governo, rapidamente e punterà ad un’evoluzione globale della vita pubblica, sotto le insegne di scienza, matematica, socialità, soluzioni avanzate e miglioramento della vita collettiva. Saranno chiamati ad occuparsene molti giovani cervelli.
Il premier Monti, dopo la confessione sulle due emozioni, ha ringraziato Gianni Letta (presente), definito “fonte di equilibrio”, ed ha ricordato i 150 anni dell’unità d’Italia. Intenzione del Governo è puntare su un “luogo di eccellenza, grazie al progetto OCSE voluto da Confindustria e sindacati”.
Monti ha parlato delle comprensibili tensioni dei primi tempi dopo la catastrofe, delle doti di carattere della gente del cratere e degli aquilani, chiedendo prima di tutto, ora, coesione forte, visioni collettive: un invito alla fine di polemiche e scontri. Il diniego alle visioni particolari, per lasciare spazio ad uno sviluppo sostenibile e intelligente, nel rispetto e nell’esaltazione dei valori culturali. “E’ la prima volta – ha detto Monti – dai tempi di Messina, 1907, che viene colpita una città ricca di valori, cultura, storia, tensioni morali”. Oggi occorre quindi costruire una rete di conoscenze, coinvolgendo la comunità nelle decisioni. Non vi sarà sviluppo, tuttavia, senza ricostruzione, quindi bisogna accelerarla, tornare all’amministrazione locale. Ad un certo punto Monti ha parlato di “noi politici”, poi ha sorriso e si è corretto scegliendo “voi politici”. La sala lo ha simpaticamente applaudito.
Come ha applaudito a lungo il ministro Barca, inducendo Monti a notare: “Evidentemente, ho scelto un buon inviato per il dopoterremoto…”. Grazie anche a Chiodi e a Cialente, ma anche un’esortazione a “maggiore comunicazione tra istituzioni, e tra istituzioni e cittadini”. Il rigore sarà la regola più inflessibile, durante la transizione verso la gestione ordinaria. Il premier ha concluso con una similitudine: “Trovo analogie tra l’emergenza aquilana e quella nazionale, in cui ci troviamo e stiamo lavorando. Emergenze da risolvere, per preparare il futuro”. Breve conferenza stampa, e poi un pacato commiato. Rimane Barca, l’uomo del Governo nel doposisma aquilano. Se il buongiorno si vede dal mattino, un uomo di sicura affidabilità. Il resto lo vedremo nel tempo che, a 35 settimane dall’altra vita distruttura, continua a trascorrere. Con parecchie speranze e certezza nuove.

 


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