Bianca come la neve del TSA a corropoli il 27 e 28 marzo

Matinèe  a Corropoli, il 27 e 28 marzo, Cineteatro Italia, ore 10,  con “BIANCA COME LA NEVE” da Biancaneve dei Fratelli Grimm, testo e regia Ottaviano Taddei,  con Cristina Cartone, Luca Settepanella, Ottaviano Taddei, suoni originali Alex Ricci, costumi e scenografia Monica Galiffa, scenotecnica Roberto Galiffa, luci Alessandro Pediconi.  Una produzione del Teatro Stabile d’Abruzzo.

"Biancaneve, senza dubbio una delle fiabe più note, - spiega il regista Ottaviano Taddei - è stata narrata in varie forme in tutti i paesi e le lingue del mondo. In genere le fiabe iniziano quando la vita del bambino è giunta, in qualchemodo, a un punto morto. In Biancaneve, non è una difficoltà esterna, ma il rapporto tra labambina e i suoi genitori a determinare la situazione problematica. Ed è da questo punto focaleche si snoda la messinscena di Terrateatro, è questo conflitto tra figlia e madre ( matrigna) a dare lo slancio alla rilettura della fiaba.
Ciò che intendiamo mettere in luce è la forza interiore di Biancaneve che, compresa la difficoltà di rapporto, si accinge all'impresa disperatamente solitaria di trovare se stessa. Gli anni che Biancaneve trascorre con i sette nani rappresentano il suo periodo di avversità, di problemi da superare, le sue fasi di sviluppo. La figura genitoriale materna diviene nella storia vittima del gioco edipico tra madre e figlia per conquistare il padre. Dal puntodi vista psicologico, sembra essere questo il motivo del conflitto, volersi contendere il padre, la non accettazione da parte della madre/matrigna della bellezza della figlia e del deterioramento della sua di bellezza.
D’altro canto, la figura paterna si esprime nella sua debolezza al cospetto della moglie, un padre “molliccio”, assente seppure affettuoso. Non riesce a difendere sua figlia né a realizzare un’armonia familiare. Sarà addirittura una figura esterna, il Cacciatore, a salvare la  bambina.
Tutto il lavoro di messinscena si snoderà attraverso queste fasi fondamentali, senza mai perdere di
vista la storia originale, anzi difendendola fino in fondo. La scenografia, dopo una prima parte in
statica ( un interno del Palazzo Reale di Biancaneve), si trasforma nel luogo della scoperta e della
crescita, in cui anfratti e meandri sembrano essere l’interiorità stessa della protagonista. Così, gli
attori, vivi di una presenza corporea speciale e potente, hanno il compito arduo di “portare” allo
spettatore tutta la forza dolce e determinata di Biancaneve, Principessa assoluta dei pensieri
infantili e adolescenziali. E in effetti, attraverso passaggi simbolici ed episodi pieni di forza
rappresentativa, i piccoli spettatori si identificano nell'eroina, ne fanno proprio il messaggio,
imparano a riflettere su se stessi.
Lo spettacolo intende riflettere sull’infanzia, sul diritto di crescere e diventare adulti consapevoli,
preparati, autonomi. Quali sono le strade possibili per diventare grandi? In questo spettacolo i
nostri personaggi faranno i conti con l’abbandono, la paura, la scaltrezza, l’ingordigia, la fantasia. Il
teatro, grazie al suo linguaggio fatto di immagini, simboli e musica, aiuta gli spettatori ad
affrontare il viaggio , all’inizio mano nella mano, per poi proseguire consapevolmente verso la
libertà piena, anche da soli".

 



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