Roio prigioniero della ricostruzione

Roio prigioniero della ricostruzione

 

- di Fulgenzio Ciccozzi -

Quattordici anni fa,  alcune autorità, forse per dispensare un po’ di ottimismo tra gli aquilani, sostenevano che per ricostruire la città e i paesi del cratere sismico ci sarebbero voluti cinque o al massimo dieci anni. Prendendo atto dell’immane disastro che aveva colpito il territorio,  immediatamente mi resi conto che rispettare quei tempi sarebbe stato impossibile e mi spinsi a pensare che ci sarebbero voluti almeno una quindicina d’anni.  Col senno di poi, a conti fatti, bisogna constatare che, nonostante gli obiettivi raggiunti, la strada per  mettere la parola fine al processo di recupero edilizio è ancora lunga. A Roio la ricostruzione privata va avanti, lentamente ma va avanti, malgrado  i problemi che ormai tutti conoscono e che è poco gradevole e inutile ripetere. Si ha come la sensazione di sentirsi intrappolati in un processo in cui le varianti che contribuiscono a rendere ostico questo cammino sono sempre le stesse e si ripetono ostinatamente, in alcuni casi senza soluzione di causa. La mappa urbanistica dei quattro paesi restituisce un’immagine quasi completamente coperta di rosso (progetti istruiti, dunque cantierabili), tranne qualche aggregato che segna un ingiustificabile ritardo. Nell’opera di ripristino urbano post-sismico si è inserito il bonus del 110%  che ha dato una grossa mano al comparto edile ma ha assorbito molte maestranze e ha distratto alcune imprese costruttrici dal processo di recupero degli edifici distrutti dal terremoto creando ulteriori rallentamenti. Il ridimensionamento di questo bonus  potrebbe comunque avere delle ripercussioni sui lavori i cui effetti per il momento non sono ponderabili. Buone nuove si hanno sul recupero e rifunzionalizzazione dell’edificio comunale di Roio Piano. Il 30/ 12/2021, il comune dell’Aquila (Settore Opere Pubbliche e Patrimonio) con D.D. 5470  diede il via all’operazione affidando l’incarico di redazione dello studio di fattibilità tecnica ed economica in base al milione di euro assegnato dal PNRR “Fondo Complementare per le Aree del Terremoto 2009 e 2016”. Tale iniziativa dovrebbe spianare  la strada all’avvio dei lavori e alla conclusione degli stessi derimendo una questione che dura ormai da anni, e le ultime determine dirigenziali del comune nell’assegnazione degli incarichi per l’esecuzione del progetto vanno in questo senso. Altra è la questione della vecchia sede universitaria di ingegneria che ha subito diversi danni dal terremoto ma che ancora non trova una soluzione per il suo recupero. L’importo dei lavori ammonterebbe a 12.183.446,85 euro e D19D09000320001 è il CUP assegnatogli l’11 febbraio 2015. Il costo del progetto esecutivo dei lavori di rispristino, soggetto a verifica (31 agosto 2019), è stato completamente finanziato. Tutto lascia pensare che il futuro è nello studio e nella ricerca, e questa è una della regioni che rende inammissibile lo stato di abbandono in cui versa questo importante edificio storico della cittadella universitaria di Monteluco la quale risulta essere uno dei fiori all’occhiello dell’Ateneo Aquilano, anche in virtù dei recenti riconoscimenti che ha ricevuto dal Ministero dell’Università e della Ricerca. Idem dicasi per lo Chalet e la Rotonda (per la cui riqualificazione sono stati stanziati dei fondi  Cipe) che non sono certo un buon viatico per invitare e accogliere turisti in quella che una volta era una delle località più belle del territorio e che oggi, invece,  potrebbe essere idonea a creare una scenografia adatta per realizzare film dalle atmosfere neorealiste del dopoguerra e, perché no, di fantascienza con l’ausilio delle antenne che si elevano sulla sommità del colle. Lasciando questa sorta di “Saloon” inanimato in cui è ridotto lo Chalet, poniamo un minimo di attenzione all’aspetto spirituale e architettonico, il quale reclama anch’esso la sua parte. Il Santuario mariano dovrebbe tornare alla fruizione dei fedeli entro l’anno (almeno si spera) con l’affidamento dei lavori conclusivi in base alla determina di aggiudicazione del 20 febbraio 2023 (Ministero della Cultura - Segretariato Regionale per l’Abruzzo), mentre la chiesa storica dei protettori roiani, i Santi Nicandro e Marciano, sta lì a guardare. Non dimentichiamo, però, la fase crepuscolare che stanno vivendo le tre chiesette del circondario:  Madonna della Neve (Roio Piano), Santa Scolastica e San Lorenzo (Poggio).  Sono trascorsi quattordici anni, dunque, e la strada che porta al Roio di qualche anno fa, ma con strutture edili e sociali più solide, è ancora in salita!

 



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