TERREMOTO, RIFLESSIONI DI GIACOMO SANSONI

L’AQUILA 6 APRILE 2009

Così dopo il terremoto si seppe,
che un giorno fu troppo
per edificare il mondo;
gli altri, invece non bastarono
a dare la giusta forma al cuore;
il cuore che,
con i battiti che ci vincono,
scontano lo stesso fuoco di creazione,
e la morte si conquista
per processione d’assenze.


TERREMOTO INTIMO

Era, entro le case,
un ospite il sole,
ossequioso s’inchinava,
invitato ad ore dalle finestre;
ora, dalle crepe del cielo, irrompe,
dai tetti crollati, rotola,
dagli sbreghi dell’anima abbaglia,
le stagioni, sprona ai semi nascosti,
dei fiori belli,
e delle erbacce…
…che nascondevamo all’ombra.



PAROLE

Un fiato invocano le parole
quando come nell’ambra, gli insetti
sono fossili i dolori;
un soffio ch’è alito nuovo
per le imprigionate elitre,
già fragili ai venti
quando, melodie dai fiori,
a suggere erano intenti,
e la poesia è zappa che dissoda,
bisbiglio che imparenta,
suggestione che liquefa linfe,
barchetta con cui salpare,
varo da sconosciuto porto,
giorno nuovo ch’è sorto;
ed ogni parola, che è scritta, è…
… salma d’avvenuta crocifissione

 

Giacomo Sansoni



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