Sisma, la fiaccolata della speranza L’Aquila, migliaia di persone al corteo del terzo anniversario

(DA Il Centro) - La pioggia e il freddo non fermano le fiaccole della speranza. A tre anni dal sisma, a migliaia si ritrovano nel centro storico ingabbiato dai puntellamenti in quella che, per ogni aquilano, diventa la notte più lunga dell’anno. Fiaccolata della Memoria nella notte di Giovedì santo e dell’Ultima cena, con avvio dalla Fontana luminosa. Qui, con oltre un’ora di anticipo dalla partenza, sono i familiari e gli amici delle 309 vittime a radunarsi per primi portando nelle mani i cartelloni con le immagini dei loro cari sorridenti. Un corteo lungo e silenzioso che si snoda in mezzo alle strade vuote per raggiungere piazza Duomo dove comincia l’attesa delle 3,32, l’ora della scossa che ha devastato la città il 6 aprile 2009.
 LA MESSA. All’inizio della serata di commemorazione, nella chiesa puntellata delle Anime Sante, l’arcivescovo Giuseppe Molinari, ripetendo il gesto di Cristo, si inginocchia per lavare i piedi di 12 familiari delle vittime. C’è Federico Vittorini, che ha perso mamma e sorella. Con lui partecipano al rito Luigi Esposito, Nino Pace, Guido Ferella, Giovanni Pace, Giorgio Milani, Simone Milani, Francesco Falancia, Fabrizio Falancia, Stefano Marotta Falancia, Remo Visione e Torlontano. Il vescovo ausiliare Giovanni D’Ercole legge dall’altare i nomi delle vittime. In chiesa compare, accanto al prefetto Giovanna Maria Rita Iurato, anche l’ex sottosegretario Gianni Letta cui stanotte tocca la terza fila di banchi perché la prima è dei familiari delle vittime.
 IL CORTEO. Parte dalla Fontana luminosa mezz’ora dopo la mezzanotte la lunga catena umana che stringe in un lunghissimo e accorato abbraccio chi non c’è più. Nel ricordo entrano anche le due giovani di Scoppito Mariagrazia Rotili e Pamela Mattei, vittime di un incidente stradale avvenuto un anno fa proprio in questa stessa notte. Tornavano a casa dopo aver partecipato alla fiaccolata del 6 aprile 2011. Il silenzio irreale, interrotto di tanto in tanto dai singhiozzi della commozione, si scioglie nelle note di piazza Duomo, l’agorà perduta. È qui che la corale Gran Sasso e la Corale Novantanove offrono alcuni canti tratti dal repertorio polifonico sacro. Un’esibizione breve ma intensissima. Rimbombano, tra i vicoli vuoti, il Miserere di Selecchy e la preghiera alpina del «Signore delle cime». Alla fiaccolata anche il ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca. Il rappresentante del governo, arrivato a mezzanotte alla Fontana luminosa, dice poche parole: «Per me, questa notte, è importante essere parte di questa comunità». A piedi, dopo aver percorso 700 chilometri, anche l’atleta Marco Chinazzo protagonista di una staffetta per l’Associazione italiana sclerosi multipla. Tantissimi i giovani presenti alla commemorazione.
 L’ELENCO. Al culmine della notte delle lacrime e delle preghiere parte quell’appello che nessuno, mai, vorrebbe fare. Uno alla volta, quei nomi declamati nell’epicentro del dolore squarciano di nuovo il cuore. Un dolore che si rinnova ogni volta. Ma che, alla luce delle fiaccole, si apre alla speranza.

 


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