Alluvione Emilia Romagna. Forlì-Cesena. Appunti di viaggio - di Giosafat Capulli

Alluvione Emilia Romagna. Forlì-Cesena. Appunti di viaggio.

 

 


La cornice è il fango. Nel quadro l’umanità. L’anziana signora Marisa sta lottando con un cancro. Alle spalle della sua abitazione il fiume Savio: l’inconsapevole colpevole dell’esondazione e della devastazione. Ma lei è lì, che al civico 1934 di via Savio di Sant’Andrea, a Cesena, si preoccupa di dare becchime ai suoi pappagalli che svolazzano insieme alle tortore in una grande voliera, e alle sue tartarughe. Il marito è via per essere operato al cuore. Gli oggetti e i mobili della casa da buttare. I ricordi di una vita accumulati lungo la strada per essere smaltiti.  Siamo in quattro noi della squadra di protezione civile della Pro Loco di Coppito, colonna nazionale ProcivArci. Mandati lì per ripulire la casa dal fango, la Marisa era con noi, pimpante e attiva nonostante il male che sta combattendo. La nostra Paola Cerasoli la coccola e la aiuta, attiva il responsabile del Coc di Cesena (Centro operativo comunale), per organizzare un sostegno da parte dei servizi sociali. Lo ottiene, poiché nessuno nel momento del bisogno deve restare solo. La regola etica che ispira il nostro gruppo di volontari è sempre quella: prima le persone, poi le cose. E le cose sono tutte di fango e putredine. E noi (Sandro Scipione, Paola Cerasoli, Melania Aio e chi scrive), armati di attrezzi e volontà, quelle cose le abbiamo rimosse, quella casa di campagna quasi rimessa a nuovo. Negli occhi chiari e lucenti di Marisa è spuntato un principio di alba, l’anticamera del ritorno alla serenità.
Giosafat Capulli

 



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