Piccoli passi (di Cristina Spennati)


Assorta nei pensieri

Cammino lungo i vicoli deserti

Fetore respiro

Silenzi agghiaccianti

Son lame taglienti

Incidono il cuore e brandelli di vita

Tra i vicoli bui accarezzo i ricordi

Lacrime calde scorrono su guance tristi

Invecchiate di cento anni

In soli tre anni

La mia anima adesso

Curva sotto il peso del dolore

Cammina a piccoli passi

Tra i vicoli del cuore

Sospesa

tra l’umano eco dei ricordi  dei mercanti

sui banchi a piazza duomo

e tra i silenzi lugubridi vicoli ora deserti

Sospesa

tra antiche gioie

e ferite recenti mai rimarginate

Sospesa

in tempi che con occhi osservano i disastri

e con il cuore rammentano i piaceri dei bei tempi

Sospesa

tra la rabbia e la resa, tra il noto e l’ignoto

tra il bello delle pietre centenarie

e il brutto dei puntellamenti freddi e anonimi

 messi qui a rimembrar di lutti, di morti, di dolore

di anime spente in una manciata di secondi

Vite mutate

per chi rimane a piangere fratelli ora defunti 

Vite

 senza alito di Dio si intrufolano in questi luoghi

a cercare,

 gioia, tranquillità, sorrisi,

spenti da quel maledetto 6 aprile

Vite

degli aquilani

figli senza più madre   

uomini e donne senza più identità e radici

fermi qui a combattere una guerra

per una terra,

per una città che in tempi belli

ha accolto i risi e i pianti

i giochi dei bambini

i primi amori

i voli dei piccioni

i profumi della vita

ora solo echi di ricordi

tra i sampietrini

in cui cresce l’incuria e l’abbandono

 tra le lacrime

 che logorano i cuori  e le anime di tutti

si muovono come fantasmi in questi posti

gli aquilani

Il mondo osserva

ma nulla muta in questa vita

c’è stasi per la città ferita da

“tre anni” 

 

Cristina Spennati (Aprile 2012)



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