Roio Piano, un’importante realtà del comune aquilano

(di Fulgenzio Ciccozzi) - Nel 1927 il comune di Roio Piano venne assorbito da quello del capoluogo per costituire la Grande Aquila. Quasi un secolo dopo, dal 2009, è stato ridimensionato anche il paese che aveva dato il nome al medesimo Municipio. E non solo per colpa del terremoto, ma anche e soprattutto per via di una generica indolenza dalla quale la maggior parte di noi non può sottrarsi.

La nevicata dello scorso febbraio ha imbiancato le case e fatto scomparire come d’incanto i mezzi preposti alla demolizione e alla rimozione delle macerie. Sono stati spostati altrove, il motivo lascio a voi dedurlo. L’abitato che si distende a valle, almeno quello che ne è rimasto, è costituito da sporadiche abitazioni che circondano un Centro storico quasi completamente distrutto, dove solo gli archi in pietra ci legano al passato. Nel fianco sud del borgo insiste un luogo pubblico (l’Aia), abbastanza ampio da poter assolvere a diverse funzioni pubbliche, che è trascurato e quasi irraggiungibile, se non attraversando un tratto di strada che s’intrufola tra le case rovinate o percorrendo un lungo percorso pedemontano.

Una delle poche note positive riguarda l’edificio pubblico antisismico oggi completamente abbandonato. E' penoso e frustrante vedere un simile manufatto avvinto dalle erbe e dalle ortiche. Finalmente, dopo le diverse lagnanze e proposte avanzate alle autorità competenti dalla II circoscrizione, dalla Pro-loco e da singoli cittadini che si sono fortemente adoperati affinché fosse posta la giusta attenzione su tale struttura, la giunta comunale ha richiesto al Commissario delegato per la Ricostruzione, attraverso la delibera n.123 del 20/03/12, il finanziamento per gli interventi di recupero e completamento di tale manufatto.

 In virtù della Legge Regionale n. 40 del 2 dicembre 2011 è stato reso possibile il cambio di destinazione d’uso del fabbricato (destinazione primitiva - casa dello studente – non ritenuta economicamente congrua). L’art. 16 di tale provvedimento recita: “…Le strutture così completate dal punto di vista funzionale debbono essere destinate a soddisfare temporaneamente impellenti fabbisogni sociali di aggregazione della popolazione locale…”. Sarebbe utile capire perché è stato usato l’avverbio temporaneamente! Da ogni parte si levano voci sulla difesa delle numerose identità demiche territoriali, non dimentichiamo che quella di questo paese è una delle cinquanta che costituiscono a pieno titolo il comune di L’Aquila e, come tale, va anch’essa assolutamente tutelata!

 



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