Casette post sisma, appello agli enti: trovare una soluzione per evitare abbattimenti

«Oggi le persone che hanno deciso di resistere e rimanere nel “cratere” realizzando nuove abitazioni si sentono in colpa. C’é un atteggiamento, da parte della politica, di mancanza e di vuoto legislativo».
 A lanciare un nuovo allarme sui manufatti provvisori realizzati dopo il terremoto dell’Aquila e ad attaccare la latitanza degli enti é Lucio De Bernardinis, il presidente dell’associazione «Il cratere che resiste».
 L’associazione in un anno ha riunito quasi 2 mila persone con l’obiettivo di raccogliere i problemi di tutti e farne una voce unica da presentare alla governance per evitare lo spopolamento dell’area terremotata. Un De Bernardinis che rilancia l’invito alla politica a sedersi assieme per risolvere il problema dopo i continui casi giudiziari sulle realizzazioni temporanee. «La magistratura fa il suo lavoro e fa rispettare le norme - ricorda De Bernardinis - di fronte ai vuoti normativi il giudice applica la legge e quindi dico alle istituzioni che siamo già in tremendo ritardo. Le famiglie si ritrovano con i sigilli a una casa dove vorrebbero far crescere dignitosamente i propri figli». I casi di abusivismo, sottolinea il presidente, «nel contesto locale hanno un significato diverso. Accanto a vicende di opportunisti che hanno speculato e che mai difenderemo - ricorda - ci sono tantissime famiglie che hanno cercato di resistere edificando da soli un manufatto». In questa situazione la politica é carente. «Abbiamo chiesto audizione ormai da luglio a due commissioni consiliari del Consiglio regionale - accusa De Bernardinis - quella sulla Ricostruzione, presieduta da Emilio Iampieri, e quella Enti locali, guidata da Luca Ricciuti. Ancora non abbiamo avuto risposta». L’appello alle istituzioni «é quello di ascoltarci e di prendere seriamente in considerazione il problema».


 



Condividi

    



Commenta L'Articolo