SuperB, l'acceleratore italiano sarà diretto da Roberto Petronzio

Un tunnel sotterraneo lungo 1,2 Km, 450 milioni di euro di finanziamento, una luminosità 100 volte maggiore rispetto agli altri acceleratori di particelle di ugual energia attualmente esistenti. Questo è l’identikit di SuperB il nuovo acceleratore italiano che sorgerà (forse, è il caso di dirlo) tra cinque anni nell’area romana di Tor Vergata. La fase di progettazione è stata avviata nel 2005 e alla fine del mese scorso è stato nominato il team di ricercatori che ne porterà a termine la realizzazione. Alla guida ci sono Walter Scandale, professore dell'Université de Paris-Sud 11, nominato direttore per le infrastrutture tecnologiche e Alessandro Variola del laboratorio LAL di Orsay (Parigi), designato capo dipartimento acceleratori. Tra i 20 capigruppo che compongono la squadra, quindici sono stati scelti tra i migliori esperti di acceleratori dei Laboratori Nazionali di Frascati dell'INFN. “Questa scelta conferma la tradizione di eccellenza dei laboratori dell’INFN di Frascati nel campo degli acceleratori di elettroni e positroni, una storia d’innovazione tecnologica che ha avuto inizio con la nascita dei laboratori e che fino ad oggi non ha avuto interruzioni”, ha commentato Umberto Dosselli, direttore dei Laboratori Nazionali di Frascati, nel comunicato stampa rilasciato dall’ente.
L’anello di SuperB sarà la parte principale del CabibboLab, il laboratorio internazionale creato appositamente per coordinare la realizzazione e il funzionamento del nuovo acceleratore. Il laboratorio è intitolato al grande fisico italiano Nicola Cabibbo, scomparso nel 2010, e verrà diretto da Roberto Petronzio, fino alla scorsa estate presidente dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
 SuperB è stato progettato per produrre un numero elevato di eventi di collisione (che i fisici chiamano luminosità) tra elettroni e positroni: questo permetterà di aumentare la probabilità di rivelare processi fisici rari ed effetti non predetti dalle attuali teorie.
Il nuovo acceleratore dovrebbe essere operativo entro il 2017 e, come ha spiegato il presidente dell’INFN, Fernando Ferroni, “SuperB non è un laboratorio concorrente al CERN. Il CERN, infatti, è un laboratorio in cui si cerca di sfondare la frontiera dell’energia ed esplorare l’ignoto, mentre SuperB è un acceleratore in cui si tenta di superare la frontiera dell’intensità, in cui si produce un numero enorme di collisioni per misurare con grandissima precisione i fenomeni rari”. Le due macchine sono quindi complementari e i risultati dell’una potranno integrare quelli dell’altra. Condividono l'obbiettivo di studiare la fisica “oltre il modello standard”.
Certo, LHC non è una minaccia, ma in Giappone si sta completando un progetto che potrebbe rubare la scena (e i risultati scientifici) a SuperB. Nel 2016 dovrebbero, infatti iniziare i primi esperimenti di SuperKEKB, un miglioramento del già operativo acceleratore KEKB.
La speranza italiana è che il completamento dell’acceleratore si realizzi nei termini prefissati, grazie al nuovo team e al grande investimento economico, garantito dall’inserimento di SuperB tra i 14 progetti bandiera del MIUR (http://www.istruzione.it/web/ministero/cs190411) e dalle nuove collaborazioni internazionali.
Questo scenario garantirebbe, grazie alle migliori prestazioni di SuperB (che è in grado di osservare più eventi), di recuperare l’anno di svantaggio rispetto ai giapponesi e non perdere il primato: la concorrenza giapponese si è in passato rivelata temibile nel campo delle fisica delle particelle. In particolare la fisica del neutrino, un settore su cui l'Italia, con i laboratori del Gran Sasso, ha ospitato negli anni diversi importanti esperimenti (ben prima, per capirci, dell'abbaglio sui neutrini più veloci della luce) ma dove su molte scoperte fondamentali gli analoghi esperimenti giapponesi sono arrivati prima. La speranza di tutti è che la cosa non si ripeta per SuperB.

 



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