Consorzio “Porta del Colle1”… scomodi pensieri

di Sante Acitelli - E così, sabato scorso, un’altra riunione tra i soci del nostro consorzio per informare e deliberare sulla situazione, sul cosa è stato fatto e su quello che dobbiamo fare nel futuro prossimo!

Per coloro che non sono addentro le “cose” della RICOSTRUZIONE post sisma aquilano dico molto brevemente che a tre anni dal passaggio del Mostro, la ricostruzione è partita per le periferie ma è ancora ferma (completamente) per tutti i centri storici sia di L’Aquila sia delle Frazioni e sia degli altri piccoli Comuni; questo perché si attendeva la pubblicazione dei Piani per la Ricostruzione (cosa mai avvenuta anche se prevista per legge…. sic!) e perché c’è l’obbligatorietà di lavorare in consorzi derivanti dall’individuazione degli aggregati ovvero: la Protezione Civile aveva individuato aggregati di fabbricati i cui proprietari si devono costituire in consorzio in modo da presentare un unico progetto, un’unica impresa, un’unica domanda di contributo.

Premesso questo, ecco allora la costituzione del nostro consorzio, la nomina del presidente (il sottoscritto),  il nostro statuto, le nostre tabelle di superficie, il riconoscimento all’Agenzia delle Entrate, l’incarico ai tecnici per la preparazione del progetto, l’attribuzione del codice fiscale del consorzio, l’apertura di un conto corrente presso la Carispaq e, come dicevo all’inizio, sabato scorso ci siamo riuniti per una delle nostre riunioni.

Devo dire che fino a sabato mattina vivevo le mie ansie con l’aver ottemperato ai miei doveri con ritardo, tradire la fiducia che gli altri soci avevano riposto in me nominandomi presidente, aver perduto del tempo prezioso nell’aver preparato la documentazione ed indetto le riunioni per il fatto che non residendo sul posto ed essendo impegnato in altro lavoro …. forse …. chissà …… sto facendo perdere tempo prezioso al consorzio nel seguire l’iter della documentazione che ci porterà alla presentazione della domanda di contributo o, almeno, parte di esso.

Poi però, quando sei al paese ed incontri gli amici o i conoscenti che anche loro si trovano nelle tue (…mie) stesse condizioni, è normale anzi doveroso chiedere, confrontarsi, informarsi tra coloro che devono affrontare lo stesso problema; al che non sapevo se rallegrarmi per quanto fatto per il “mio” consorzio o se farmi “cadere le braccia”; a pensarci propendo per la seconda.

Da quello che ho sentito infatti, sembra che il nostro consorzio sia quello più avanzato in fase documentale!!!!!!! Cioè! I consorzi che hanno presidenti e soci che vivono “in loco” hanno prodotto la stessa documentazione del nostro che ha il presidente che può dedicarsi soltanto “part time” ? E  fin qui può anche “starci” ma poi sento frasi del tipo:

. ma perché bisogna “saggiare” le lesioni per capirne l’entità? E chi lo fa? … certo che se non chiamate un operaio “armato” di piccone è difficile che si saggino da sole!

. noi abbiamo incaricato un tecnico per conoscere le dimensioni delle grotte che esistono sotto le case……. Il paese infatti è ricco di grotte che, da secoli e secoli, vengono usate anche come cantine, ma santo Iddio, bisogna distogliere energie e risorse per acquisire le informazioni che tutti i nativi del posto conoscono?

. il nostro consorzio è stato costituito da subito, sono venuti “quelli” della Protezione Civile e lo hanno “fatto” …… confondendo addirittura l’individuazione di un aggregato con il dover ottemperare alle normative per costituire fiscalmente un consorzio!!!!

. noi abbiamo “messo in mano” tutto al geometra che ci pensa lui (…aiutooooo!!!) ……. Ma cosa può fare il geometra se non raccogliere le visure catastali e definire la posizione delle proprietà e determinare le quote di appartenenza? Dipende dal geometra controllare la validità dei documenti? È lui a scegliere lo studio tecnico per il progetto strutturale? È lui che sceglie il presidente? O il revisore? O la ditta?

Ed ancora! Ci sono numerose parti del paese per le quali ancora non si parla neppure della lontana ipotesi di dover costituire un consorzio…… ancora non si incontrano ne tantomeno sanno dell’obbligatorietà di doverlo costituire!

E questo vale soltanto per un piccolo paese di 400 anime! E per gli altri? E per L’Aquila centro? Anche loro nella stessa condizione?

Allora cari amici aquilani e fratelli terremotati! Se le cose stanno così, cerchiamo di farci un piccolo esame di coscienza, non cerchiamo lo “scaricabarile”, diamoci da fare, evitiamo di cadere nella trappola “politica” di dare la colpa a Berlusconi, a Bertolaso, a Cialente e via di seguito…. Come dicevano i latini: Faber est suae quisque fortunae

cifone

 



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