Quando il teatro funziona in tv

Funziona il teatro in tv? Naturalmente dipende dal tipo di teatro. In queste settimane la generalista pare aver riscoperto il teatro, con fortune alterne. Come sempre molto seguito, Marco Paolini ha proposto un nuovo «evento» in esclusiva per La7. Gli spettacoli di Paolini punteggiano ormai, da alcuni anni, il palinsesto della rete, impreziosendolo e creando ogni volta la giusta dose d' aspettativa. Anche Itis Galileo, come il precedente Ausmerzen ha catalizzato un pubblico ampio, anche considerata la durata e l' impegno richiesto allo spettatore. Poco meno di un milione e mezzo di persone hanno seguito le due ore dall' Istituto Nazionale di Fisica Nucleare del Gran Sasso, e quel che colpisce è la varietà delle tipologie di pubblico. Un' audience divisa in modo equilibrato fra uomini (726.000) e donne (758.000), con età comprese fra gli 8 e i 65 anni. Ottimo il risultato fra i cinquantenni (quasi 8% di share), ma anche i giovani-adulti hanno apprezzato (5,7% di share fra 25 e 34 anni). Paolini colpisce nel segno fra il pubblico culturalmente più attrezzato, raggiungendo addirittura il 19% di share fra gli spettatori laureati. Decisamente meno soddisfacente l' esperienza di «One Man Show», proposto in prima serata da Rai2. Se il primo show, quello con Teresa Mannino, ha retto bene (2.246.000 spettatori, 7,7% di share), decisamente più in difficoltà sono stati Ale & Franz (1.643.000 spettatori, 6,1% di share) e Lillo & Greg (690.000 spettatori, 2,5% di share), in attesa di Enrico Bertolino e Max Giusti. Cosa ci raccontano questi dati? Che il teatro in tv funziona se pensato per la tv (come si sforza di fare Paolini), mentre anche la comicità può stancare uno spettatore abituato a «Zelig» e poco propenso a sorbirsi due ore di Lillo & Greg. In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca Italia su dati Auditel.

Il Corriere della Sera

 



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