Grandi Cani Bianchi

Generalmente si identifica il pastore Maremmano con il pastore Abruzzese ma in realtà le razze sono diverse ed il Maremmano è una sotto specie di quello Abruzzese ed è stato selezionato in tempi abbastanza recenti, all’incirca nell’800; si differenziano per il colore del pelo dove quello del Maremmano tende ad assumere sfumature e macchie marroni e, soprattutto, per l’indole perché il Maremmano è molto piu’ e gratuitamente aggressivo. Ma parliamo del cane da pastore ABRUZZESE. I grandi cani bianchi! Già in epoca romana erano conosciuti ed apprezzati; scriveva Columella nel “De Re Rustica”: “prendete esempio dai popoli Marsi, Equi, Peligni, Frentani, che invece degli schaivi usano una razza di cani grossi, feroci, bianchi, con lunghi peli irti e gli occhi come carboni. Non abbandonano mai le pecore anche di fronte all’assalto dei lupi, orsi e ladri; sopportano la fame, la sete e il freddo e sono molto meno costosi e molto più fedeli degli schiavi che mangiano tanto, si ammalano facilmente, rubano e fuggono al primo sentore di pericolo. Sembra che la selezione fosse già iniziata, non trovate? Vi riporto i miei ricordi e gli appunti nati dai discorsi che ho sentito fare dai pastori a tal proposito! Perché il GRANDE CANE BIANCO! Innanzitutto pensate, mentalmente, al confronto tra il cane da pastore Abruzzese ed il Lupo e vi accorgerete come sono totalmente dissimili. Il primo ha il pelo completamente bianco simile alle pecore e l’altro è grigio scuro; il primo ha gli occhi tondi e l’altro aguzzi; il primo ha il muso dolce e l’altro appuntito; il primo ha l’addome mollo mentre nell’altro è rientrato. Questo significa che la pecora non deve mai trovare alcunché di rassomigliante nel cane che lo avvicini al lupo; deve vedere un animale diverso dal suo nemico e solo così riesce a FIDARSI e seguire i comandi. Il pastore Abruzzese non lavora, non è nei suoi compiti; si distribuisce, insieme agli altri cani, attorno al gregge delimitando un perimetro che non puo’ essere oltrepassato; sono gli altri cani quelli che lavorano, che corrono, che radunano il gregge, che lo fanno muovere; Lui no, Lui si muove pochissimo, non abbaia quasi mai, sembra mimetizzarsi con il bianco delle rocce calcaree, se ne sta fermo per ore sotto la pioggia, la neve, il freddo, anche affamato ma sempre vigile e fedele alla consegna; “difendere il gregge”! Una volta, tanto tempo fa, vidi due greggi mescolarsi tra loro, i cani persero il controllo dei greggi forse pensando che gli altri cani volessero appropriarsi delle loro pecore; si azzuffarono, i pastori tentarono di separarli a colpi di bastone e sassi ma loro continuarono a sbranarsi senza che un pastore ricevesse un morso; la battaglia (perché tale era) era la loro e basta! Alla fine dello scontro un cane lo dovettero finire, tanti erano i morsi che aveva ricevuto, un altro aveva perso, completamente, un orecchio! Staccato di netto! Un altro perdeva sangue così copiosamente che quasi certamente morì dissanguato, tante le ferite riportate! Sono passate decine di anni da quando vidi quel massacro e solo da pochi anni la paura che provai si è trasformata in rispetto per questi GRANDI CANI BIANCHI. Al prossimo articolo vi riporterò gli appunti che ho preso parlando con i pastori.

by Cifone

(Di Sante Acitelli - foto di Filippo Crudele)



 



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