La Protezione civile abruzzese in aiuto dei terremotati dell'Emilia

La Protezione civile abruzzese nel giro di poche ore ha allestito il «Campo Abruzzo» a Cavezzo, in provincia di Modena. 170 sono già gli sfollati ospitati, 270 le persone che potranno trovare alloggio a regime, cucina da campo gestita dall'Ana di Paganica in grado di fornire 600 pasti al giorno «ma c'è la possibilità che presto venga autorizzata un'altra cucina per ulteriori mille pasti - spiega Giuliante - Il nostro campo ormai è diventato un punto di riferimento fisso in quella zona, ma molte persone vivono in tenda autonomamente, fuori della tendopoli, ma comunque hanno bisogno di assistenza». Assistenza logistica, ma anche morale, quella dei volontari abruzzesi in Emilia «dove le persone ci hanno accolto con grande calore, forse perché percepiscono che il loro dramma è condiviso e compreso a fondo da chi ha già vissuto quell'esperienza. Negli occhi della gente ho visto lo stesso spaesamento e ricerca di aiuto che c'era negil aquilani tre anni fa». Ogni catastrofe naturale è una tragedia, a prescindere dai danni materiali e dalle perdite di vite umane che, fortunatamente, in Emilia sono state più contenute rispetto a quanto accaduto nei centri del cosiddetto cratere aquilano. E di fronte a ogni tragedia la risposta del sistema di Protezione civile è immediata «anche se il dipartimento vive una sorta di fase due. Tre anni fa la Protezione civile aveva maggiori possibilità di azione e di spesa, mentre oggi il meccanismo è un po' più vischioso, burocratizzato. Ma l'impegno dei volontari è sempre massimo, commovente». Anche la Protezione civile abruzzese è in fase di riorganizzazione: «Ci stiamo dando una struttura che sia autonoma rispetto alle altre direzioni regionali. L'ipotesi è quella della creazione di un'agenzia, ma il percorso è ancora tutto in via di definizione».

 



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