Omene rosce e ji cani pezzate s’hann’accide appena nate...

di Sante Acitelli - Quello che vi scrivo stavolta è la raccolta dei miei ricordi, delle mie esperienze e ciò che i pastori mi hanno raccontato circa il Grande Cane Bianco, il cane da pastore Abruzzese.
Perché bianco?
Dice un vecchio proverbio abruzzese: omene rosce e ji cani pezzate s’hann’accide appena nate!
A parte il fatto che, molto probabilmente, la razza esiste da chissà quanti millenni ma bianco è il colore della lana ed in caso di attacco dei lupi né il pastore né le pecore lo possono confondere con il lupo così come il lupo può avere difficoltà a riconoscerlo tra le pecore; perché il bianco è il colore della purezza e si accosta al mistico religioso delle popolazioni di montagna; perché bianco è … bello; perché il bianco facilita la selezione della razza; perchè bianchi erano i cani dei nostri padri e la tradizione và rispettata.
Ma vediamo le caratteristiche della razza!
Il cane deve essere di assoluta fiducia, deve difendere le pecore da ogni pericolo e, come il pastore, deve conoscere le pecore una ad una e loro lo devono riconoscere come il loro guardiano.
Appena nato occorre individuare anche il più lontano segno di “meticciamento”, se ciò avviene sarà allontanato dalla cucciolata o verrà eliminato.
Lo “svezzamento” avverrà nel gregge dove imparerà subito le norme di quello che dovrà essere il suo comportamento e le regole del gruppo, imparerà a scegliersi giorno per giorno il suo ruolo e ciò sarà per tutta la sua vita. Non deve essere pauroso, non deve essere nervoso, non deve rincorrere gli agnelli e gli altri animali, non deve abbaiare senza motivo, non deve lottare con gli altri cani alla presenza delle pecore, non deve creare panico nel gregge.
Il cane deve essere sicuro di se e rassicurante per gli altri; deve essere calmo, sornione; in presenza delle pecore deve essere composto nei movimenti, deve essere “solenne”; duro e spietato con chi non si comporta allo stesso modo; il cane che non rispetta queste regole e questo comportamento non sarà punito dal pastore ma … dagli altri cani!
Deve stare sempre in mezzo alle pecore, ci deve dormire insieme, deve “dividere” tutto con esse, il freddo, la neve, la pioggia; deve leccare gli agnelli e, addirittura, mi hanno raccontato che i cuccioli vanno nutriti con il LATTE di pecora!
Incredibile vero?
Il cane da pastore Abruzzese non ha un grande raggio di azione, vediamo perché!
Il tutto dipende dalla specie delle pecore. Dovete sapere che le pecore allevate in Abruzzo erano le “vissane”, le “sopravvissane” e le “pagliarolo” ovvero tutte specie che in caso di attacco dei lupi si raggruppavano invece di disperdersi; ecco allora la caratteristica del cane da pastore Abruzzese: quella di stringersi intorno al gregge in sua difesa senza accettare la lotta con un singolo lupo ne lanciarsi al suo inseguimento.
Ancora! Il cane da pastore Abruzzese non “lavora” ovvero non dà, al gregge, la direzione ordinata dal pastore, quello è compito dei cani “toccatori”; LUI è troppo “regale” e “solenne”  per eseguire certi lavori; il Cane Abruzzese non deve né guatare né toccare.
LUI è come il “fattore” del pastore, e considera le pecore come una proprietà indivisa con il pastore stesso che, spesso, è impegnato anche in altre attività e si trova nella necessità di affidare il gregge alla sola custodia dei cani.
E Loro sono là , sempre vigili e sempre disponibili.
Si guarda e si coccola le “SUE” pecore, ed esse lo sanno.
Vi aspetto sempre ad Assergi e nel suo splendido territorio!
by Cifone
 



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