Massimo Cialente.... IL BECCHINO DEL GRAN SASSO

(Da L'EDITORIALE) - Scaduti i termini fissati, senza che nessuno abbia avanzato richiesta per l'acquisto delle azioni del Centro Turistico del Gran Sasso, si è entrati in una fase in cui, se si fosse trattato di un'azienda privata, l'amministratore avrebbe avuto l'obbligo di portare i registri in tribunale, per avviare la fase fallimentare.

Ma poiché il proprietario dell'intero pacchetto azionario è il Comune, ed il Comune è guidato (si fa per dire) dal solito Cialente, la cosa non avviene, viene rinviata ogni decisione, tanto poi...c'è il solito Pantalone che paga tutto.
Senza che a nessuno, la Corte dei Conti, faccia pagare, per evidente colpa, un euro. Cosa avverrà adesso nessuno può dirlo. Solo Cialente continua a dire che la soluzione sarà trovata al più presto. Beato lui e la sua stupida immaginazione.
Non lo crediamo, ma visto con chi si ha a che fare, il gioco potrebbe essere più sottile, potrebbe essere attivata una fase successiva nella quale, per mezzo di una trattativa “molto privata”, il Centro Turistico del Gran Sasso, potrebbe essere svenduto ai soliti amici degli amici. Anche l'ipotesi dell'acquisto da parte di Invitalia potrebbe essere stata la solita bufala, con lo scopo di sbarazzarsi, a suon di ben 8milioni di euro, dei locali (in disfacimento) della ex Flextronics. Non a caso Invitalia si è liberata del pacchetto azionario di Sviluppo Italia Spa, facendolo convergere, attraverso un processo di incorporazione e fusione, in Abruzzo Sviluppo Spa; un nuovo carrozzone nato dalle ceneri di due società ormai decotte. E Pantalone...paga! Ma non finisce qui.
Invitalia ha preso i fatidici due piccioni con una fava: si è liberata in un sol colpo di due cadaveri, incassando per di più, ben 8milioni di euro. Con quest'ultima operazione, Cialente ha portato a termine la sua missione di “becchino” del cosiddetto “Polo Elettronico Aquilano” e del Gran Sasso. La cosa buffa in questa storia è che Invitalia Spa (l'Agenzia nazionale per l'attrazione di investimenti e lo sviluppo d'impresa) che agisce su mandato del Governo “per accrescere la competitività del Paese, in particolar modo del Mezzogiorno”, invece di aiutare questo desolato angolo del più profondo sud, gli ha sottratto, con la complicità di Cialente, i contributi statali per la bonifica ed il recupero ambientale di siti industriali in abbandono . Il conto milionario di quanto è costata alla collettività aquilana la negligenza, l'incompetenza e la superficialità di questi nostri politici all'amatriciana è ancora tutto da fare.
Certo è che, con quest'ennesima mazzata della chiusura del Gran Sasso, il turismo aquilano ha subito un ennesimo colpo da cui sarà difficilissimo potersi rialzarsi. A questo punto, dica agli aquilani, Cialente, cosa ha intenzione di fare.



Peppe Vespa



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