Il Campo di...Ricotta

Pubblichiamo integralmente un articolo di Stefano Michero (uscito oggi su Sanremo News)
 
Terremoto in Abruzzo, parla il capo campo dagli occhi buoni

"Desolazione, disperazione ma anche speranza". Parole schiette e sincere dal 'Capo Campo con gli occhi buoni' come lo hanno soprannominato i numerosi che occupano una delle principali tendopoli in Abruzzo quella di Assergi, frazione di L'Aquila.

Lui si chiama Luca Ricotta, nella vita di tutti i giorni è il direttore servizi presso la Croce Rossa di Bordighera ma per due settimane è stato il Capo Campo nella tendopoli con una quarantina di famiglie per poco più di un centinaio di persone. Non è un ruolo come tanti ed in questo caso non si tratta di fare distinzione visto che tutte le persone attualmente al lavoro in Abruzzo lo fanno e basta e non certo per essere chiamati eroi ma per aiutare.

Il Campo di Assergi è sotto il controllo della Liguria come forze operanti. Il ruolo di Capo Campo ricoperto da Ricotta lo ha portato anche nei luoghi strategici a partecipare alle riunioni del DICOM presso la caserma Coppito della Guardia Di Finanza.

Luca Ricotta in un intervista sulla sua esperienza ha dichiarato: "Non è stato un lavoro semplice. Tutte quelle persone hanno bisogno di una grossa mano. Stiamo facendo tutto quello che possiamo eppure il lavoro sembra non finire mai. Il problema più grosso forse è quello derivante dall'aspetto psicologico. Non è facile guardare negli occhi che queste persone che hanno vissuto la tragedia e che vivono nella speranza che la calma duri anche più di quattro giorni".

Infatti come è ben noto le scosse di assestamento non terminano a volte la terra trema anche più volte al giorno a volte si quieta per poi riprendere. Una difficoltà oggettiva nello sperare di poter presto tornare a casa e che la terra smetta di muoversi.

"Sì, questo è un grande problema. Riuscire a ridare la speranza a chi lotta tutti i giorni per rimanervici aggrappato. So, che quindici giorni possono sembrare pochi ma in realtà è un lavoro che non offre pause c'è sempre qualcuno da aiutare e c'è sempre qualcosa che si può fare per queste persone anche se a volte si tratta di avere qualche parola di conforto".

Il Campo di Ricotta in questi giorni non ha subito gravi emergenze, nella palese gravità della situazione ovviamente. "Per fortuna non ci sono stati grandi problemi. Io come prima cosa ho fatto installare su tutta la tendopoli dei teli ombreggianti. Anche se si potrebbe pensare che laggiù faccia fresco in realtà non è così. I primissimi giorni le temperature superavano i 30 gradi ed in un campo dove per lo più sono presenti anziani non è un bene. Quindi applicando queste coperture adesso possono avere un abbassamento anche di 5 gradi della temperatura".

L'esperienza di Ricotta è stata a 360 gradi tra le macerie del terremoto. Infatti da un lato il suo ruolo oltre a portarlo tra le persone gli ha permesso di avvicinarsi anche nelle zone rosse, dove il sisma è stato più sentito. "Lì la situazione è disastrosa ed è difficile immaginarsela se non passando nella desolazione di questi edifici una volta abitati ed ora ridotti a città fantasma. Io onestamente spero che presto sia fatto qualcosa perchè l'inverno qui arriverà già per settembre ed ottobre. Il lavoro di ricostruzione, messa in sicurezza giù non conosce soste. Bisognerà anche aspettare l'arrivo dei container, forse 1500, che segneranno il passaggio definitivo alle temperature più rigide".

Che cosa le è rimasto di questi 15 giorni? "Ti rimangono gli sguardi di queste persone. Spesso lacrimanti nella disgrazia. Nel mio caso ho visto moltissima riconoscenza. Anche quando queste persone hanno perso tutto sono venute da me mi hanno salutato con un affetto impressionante e mi hanno donato quel poco che avevano. Che fosse una bottiglia di genziana od un sacchetto di noci, hanno sempre apprezzato il mio operato e mi porterò questo ricordo sempre con me. Io sono ancora a disposizione se mi chiameranno io andrò, non voglio tirarmi indietro". 



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