CONCLUSO LO STATO DI EMERGENZA, RICOSTRUZIONE SENZA CHIODI...

Il Consiglio dei ministri di oggi, vista la necessita' di porre fine in tempi rapidi allo stato di emergenza dichiarato a seguito del terremoto in Abruzzo del 6 aprile 2009, ha approvato un emendamento nella legge di conversione del Decreto-legge che contiene misure per la crescita del Paese, all'esame della Camera dei Deputati.

Si tratta, si legge sempre nel comunicato finale diffuso da Palazzo Chigi, di un testo che recupera alcune delle misure gia' in discussione in Parlamento, formulate nel testo unificato pendente in VIII Commissione della Camera dei deputati e nel disegno di iniziativa popolare, e che dispone: la cessazione dello stato di emergenza e delle relative strutture commissariali;

la gestione della ricostruzione e dello sviluppo dei territori interessati dal sisma mediante il ritorno al sistema delle competenze ordinarie, appositamente rafforzato, al fine di garantire la qualita' delle opere e il bilanciamento tra interessi locali e interessi nazionali;

l'introduzione di norme finalizzate a garantire la trasparenza e l'efficienza dei contratti e del lavoro, l'accelerazione delle procedure, nonche' il rispetto dei tempi di esecuzione nella fase di ricostruzione e sviluppo dell'area.

La cessazione dello stato di emergenza e il recupero della gestione ordinaria, sottolinea la nota, determinano un risparmio di spesa corrente quantificabile in 21 milioni di euro annui.

Inoltre comportano certezze e qualita' di lavoro per il personale che sara' impegnato nella ricostruzione. In tal modo, prosegue la nota di Palazzo Chigi, si individua il percorso per il rilancio dei territori coinvolti nel sisma del 2009, garantendo la crescita, lo sviluppo e la competitivita' nei settori delle infrastrutture e dell'edilizia e offrendo un rinnovato impulso al sistema produttivo abruzzese.

Il ministro per la cesione territoriale, Fabrizio Barca, nel presentare la proposta, ha illustrato lo stato positivo dell'attivita' per la ricostruzione privata nelle aree diverse dai centri storici, frutto dell'operato del Commissario per la ricostruzione.

 



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