Poliziotti aggregati lasciano L'Aquila Sicurezza a rischio

Risse, furti, denunce, arresti, controlli sul territorio durante la movida del fine settimana. E poi: attività d’indagine legate al crollo degli edifici nel sisma del 2009, servizio di ordine pubblico allo stadio, scorta alle autorità e ai rappresentanti nazionali che arrivano in visita all'Aquila. Per non parlare, poi, delle volanti. I cosìddetti poliziotti aggregati alla questura dell’Aquila, quelli mandati dal ministero dell’Interno fin dall’aprile 2009 per dare sostegno ai 200 colleghi aquilani, svolgono tutte le attività dei poliziotti in forza alla questura, in una città che si misura, da tre anni a questa parte, con un aumento dei furti e degli episodi di microcriminalità.Nonostante gli innumerevoli appelli di sindacati, esponenti politici locali e il coordinamento provinciale donne del Pd, e nonostante le rassicurazioni di questore (Stefano Cecere) e ministro degli Interni, Anna Maria Cancellieri (che il giorno della visita all’Aquila del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, disse: «Stiamo cercando di lavorare sulla questione dei poliziotti aggregati, ne stiamo tenendo, potete starne certi»), gli aggregati stanno in realtà lasciando la città uno dopo l’altro. Ieri gli ultimi tre poliziotti (che si aggiungono ad altri tre andati via nei giorni scorsi) hanno ricevuto la lettera con cui il ministero chiede il «rientro in sede con effetto immediato». Che significa: lasciare il capoluogo con il primo volo o il primo treno e tornare da dove sono venuti: Roma, Bologna, Milano. Una situazione che preoccupa il sindacato indipendente delle forze di polizia (Coisp). Santino Li Calzi del Coisp ricorda che «per gli ultimi 39 poliziotti aggregati all’Aquila, la proroga scade il 30 luglio. Ma non possiamo andare avanti mese per mese», aggiunge, «in una città che vede aumentare il bisogno di sicurezza nel post-sisma». «Chiediamo al questore d’intervenire».
 



Condividi

    



Commenta L'Articolo