Si attenua lo sciame sismico

Lo sciame sismico si sta attenuando, «ma non possiamo prevedere ulteriori eventi più o meno importanti». Il terremoto, facendo tutti gli scongiuri del caso, ha rallentato la sua furia. Questo è un dato di fatto. Poi naturalmente gli studiosi mettono sempre le mani avanti. L’ultima piccola scossa risale alle 21.48 del 6 agosto, epicentro Amatrice, Borbona, Cittareale, Montereale, con magnitudo 2.4.
«L’ultimo evento importante - ha spiegato Giulio Selvaggi, Direttore del Centro nazionale terremoti dell’Ingv - risale al 12 luglio scorso con una scossa di magnitudo 4. Negli ultimi trenta giorni abbiamo registrato una drastica diminuzione dell’attività sismica. Attualmente siamo nell’ordine di circa 15-20 scosse al giorno e tutte molto basse. Certo, non siamo ancora nella situazione pre 6 aprile, ma rispetto ai primi tre mesi successivi al terremoto siamo in netto calo». Attualmente le probabilità che avvenga una scossa di grado 4 o superiore è tra l’8 e il 12%. «Questo dato - aggiunge - non significa tanto. È pura statistica. Però chiaramente meno c’è attività sismica, meno c’è probabilità di scosse forti. Anche l’attività nei pressi di Montereale è diminuita». Nei giorni scossa una scossa di 3.9 ha colpito la zona di Cassino. «È un evento isolato - risponde Selvaggi - come ce ne sono nella zona del Frusinate. Basti pensare che lo scorso anno si è avuta una scossa analoga. Solo che non ebbe la risonanza mediatica di questi giorni».
In molti fanno riferimenti ai terribili terremoti del 1349 o del 1703. Sarà uguale? Che evoluzione avrà questo del 6 aprile? «Possiamo dire - sottolinea Selvaggi - che nel 1349 si ebbero tre scosse molto forti in un solo giorno e poi una normale sequenza sismica. Nel 1703 due scosse forti il 14 gennaio e 2 febbraio; poi a maggio, ma minori delle prime due. Certo, c’è anche da dire che nella zona furono avvertiti eventi fino al 1705, ma tutti nettamente al di sotto delle scosse più forti di gennaio e febbraio. Questa è la storia. Poi non possiamo dire se l’evoluzione di questo terremoto è analogo. Basti pensare - conclude Selvaggi - che in Irpinia c’è ancora attività sismica legata al terremoto del 1980. Dobbiamo solo abituarci a convivere con il sisma e a costruire in sicurezza: il terremoto ci sarà sempre in Italia».



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