La Tana del Bianconiglio,confronto tra due terremoti...

- di Sante Acitelli - L’altro giorno ero andato alla festa de l’Unità per vedere il cortometraggio “La Tana del Bianconiglio” della bravissima Linda Parente,  un’aquilana che ha portato sullo schermo il dramma di un attore di teatro colpito dal terremoto per la perdita della famiglia e del lavoro; un lavoro che consiglio di vedere se capita l’occasione. Sorpresa! Prima della visione era preannunciato un dibattito tra i due terremoti, quello aquilano e quello recente dell’Emilia; un confronto tra due realtà con la presenza di Cialente ed il deputato emiliano Benamati. Un’occasione unica per capire quali politiche intraprese in una situazione simile! Riporto alcuni interventi che reputo più significativi! Cialente esordisce dicendo che ha (ri)vinto le elezioni perchè ha trasformato la campagna elettorale in un referendum contro il governatore della regione Chiodi chiamando a raccolta tutta la sinistra contro il maggior esponente della destra di governo, il che vuol dire che più che basarsi su un programma politico ha impostato la campagna tra la scelta di due ideologie, un po’ come fece Prodi contro Berlusconi, ma a livello locale; ha detto che ora che si è liberato del commissario per la ricostruzione ha la possibilità e la capacità di ricostruire L’Aquila ( e di questo ce ne dovremmo rallegrare tutti) dimenticando però di dire che è dovere del sindaco partecipare al Tavolo della ricostruzione e NON starne fuori; tale affermazione ha  messo in difficoltà Benamati che ha precisato come è proficuo il lavoro che i sindaci emiliani fanno con Errani ovvero con il governatore dell’Emilia non potendolo definire commissario altrimenti sarebbe stato in antitesi con quanto detto da Cialente; sempre Cialente si augura di poter andare “a ruota” dell’emilia che ha già una legge che prevede regole e cifre chiare come se l’Abruzzo non avesse già una sua legge che Lui poteva contestarne l’efficacia quando ha avuto il G8 come strumento formidabile per gridarlo al mondo intero; ha tralasciato, purtroppo, di chiarire due punti fondamentali ovvero quanti soldi ci sono e la politica delle “seconde case” visto che la metà delle abitazioni sono NON RESIDENZE ABITUALI. Non ho capito bene o forse si è confuso quando ha criticato la ex Protezione Civile Nazionale che aveva messo in sicurezza edifici pericolanti spendendo un sacco di soldi ma evidenziando l’ottimo lavoro fatto dal comune di L’Aquila per mettere in sicurezza gli edifici pubblici del comune!!!!! Così come ha esortato Benamati a non costruire MUSP per le scuole emiliane che non hanno migliaia di alunni come le scuole aquilane ma di prendere in affitto anche singoli appartamenti; attonito Benamati quando ha detto che anche le scuole emiliane hanno migliaia di alunni e ancora oggi non sanno come fare……..!!!!! Ed ancora! Ha invitato gli amici emiliani a non cadere nella trappola della delocalizzazione come le soluzioni dei MAPS  o del progetto C.A.S.E. ma di pensare a soluzioni tipo case viaggianti (leggi caravan o campers), al che Benamati non ha risposto!!!! Drammaticamente interessanti i dati forniti dal Benamati circa il numero di sfollati e dei danni in emilia (finalmente numeri chiari da fonte attendibile e presente sul territorio). Il terremoto in Emilia ha coinvolto circa 900.000 (novecentomila) persone (un numero impressionante che la stampa nazionale non credo abbia mai fornito), che gli sfollati ospitati ancora nelle tende (ad oltre due mesi) sono 10.000 (diecimila) e che la copertura finanziaria promessa dal governo è di circa due miliardi di euro che costituiscono appena il necessario per ricostruire il patrimonio storico – culturale ovvero chiese, teatri e monumenti; e le case? le fabbriche? le infrastrutture? e le scuole delle quali la metà sono inagibili? A margine riporto anche un intervento a dir poco fantasioso dell’on. Lolli il quale ha detto come la messa in sicurezza dell’intero territorio nazionale è fonte di investimento e sviluppo economico del Paese; ha detto infatti che da una stima di danni degli ultimi cinque terremoti in Italia, i quali si succedono con una media di 5/6 anni, si sono spesi circa 150 miliardi per cui se si spendessero circa 10 miliardi l’anno, nel giro di 70 / 80 anni, avremmo tutta la nazione ricostruita in modo antisismico e, contemporaneamente, avremmo creato posti di lavoro e fatta ripartire l’economia nazionale.

Spero che non ci siano altri terremoti anche se utopistico …… e vi invito a vedere “La Tana del Bianconiglio” se vi capita l’occasione.

cifone

 



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