Centro turistico, chieste le dimissioni dei vertici

 Finalmente qualcuno ha avuto il coraggio di chiedere le dimissioni del presidente del centro turistico Alessandro Comola della cui presidenza resteranno solo polemiche e rimborsi spesa da chiarire. Ieri il consigliere comunale e capogruppo di Sel Giustino Masciocco ha diffuso una nota molto dura nei confronti di Comola. Eccola: «E’ veramente singolare, per non dire stucchevole, la reazione del Presidente del Consiglio di amministrazione del Centro Turistico Gran Sasso alla legittima richiesta di rilascio della documentazione inerente l’attività amministrativa della Spa di proprietà del Comune dell’Aquila. Richiedere verbali delle sedute del consiglio di amministrazione, copia di contratti di consulenze, elenchi di rimborso spese, non è, e non può essere, lesa maestà nei confronti di chi si è proposto (rispondendo ad un bando pubblico) ed ha accettato la nomina di amministratore di una società a capitale pubblico. Il diritto alla sorveglianza dell’attività amministrativa e contabile che spetta alla proprietà (in questo caso alle cittadine ed ai cittadini aquilani che lo rappresentano attraverso i consiglieri comunali) non può essere liquidato dal presidente del consiglio di amministrazione del Ctgs, con un atteggiamento scostante e presuntuoso manifestato nel corso delle scorse settimane. Come gruppo consiliare di Sinistra Ecologia e Libertà chiediamo pubblicamente all’avvocato Alessandro Comola di rimettere nelle mani del sindaco Cialente la sua nomina a presidente del consiglio di amministrazione del Ctgs e di attendere fiducioso le attività di verifica che saranno espletate dal Sindaco, di concerto con il Consiglio Comunale, per fare chiarezza sugli atti amministrativi contestati». Sulla gestione del Centro turistico interviene anche Vincenzo Vittorini di L’Aquila che Vogliamo secondo cui «dal lavoro della V Commissione Consiliare di Garanzia e Controllo sta emergendo un quadro fosco, oscuro, di cattiva gestione del Centro Turistico del Gran Sasso a partire dalle trattative per la "privatizzazione" fuori dalle regole, alla nomina di amministratori compiacenti delle stesse trattative, fino alla mala gestione della Spa comunale tra consulenze d'oro non autorizzate, rimborsi spesa esorbitanti, mancanza di verbali e chi più ne ha più ne metta. A fronte di tutto ciò il Sindaco Cialente, che non si è mai presentato in V commissione sebbene più volte invitato e che ha "obbligato" la maggioranza a disertare la riunione della V Commissione del 6 agosto nello stesso giorno chiede una commissione consiliare di indagine sulle aziende partecipate del Comune dell'Aquila a partire dal 1994, tentando così di sfuggire alle proprie responsabilità confondendole in un enorme calderone in cui la colpa è di tutti e quindi non è di nessuno».
 



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