Carlo Gizzi: «All’Aquila si organizzi un G8 sulla pace»

 «Altro che Cocciante, Giovin signore e fuochi di artificio! La Perdonanza è qualcosa di diverso da una banalissima sagra paesano alla quale somiglia sempre di più». La presa di posizione molto critica arriva dal Gruppo artistico di Pianola di cui si fa portavoce Carlo Gizzi. «Ci stiamo allontanando sempre di più» dice «dal vero significato del messaggio di pace e di riconciliazione che l’eremita del Morrone ci ha consegnato sette secoli fa, un concetto che supera le ideologie e le religioni e traccia le linee fondamentali di un diritto naturale che pone l’uomo al centro di un processo di crescita. E allora perché non mettere in secondo piano cortei, bande e bruscolinari e organizzare all’Aquila un G8 della pace invitando i rappresentanti di tutte le religioni per trovare dei punti di contatto che faccia ritrovare tutti insieme attorno al valore universale della pace? Siamo stati tra gli ideatori della moderna Perdonanza quando a fine anni settanta giunse all’Aquila un giovane frate pieno di idee: padre Quirino Salomone. Egli ci riunì in una stanza del convento di Collemaggio e ci disse di avere intenzione di celebrare degnamente la festa del Perdono che negli anni si era persa. Il sacerdote, allora rettore della basilica e cappellano dell’ospedale psichiatrico di Collemaggio aveva una missione da compiere. quella di integrare gli ospiti dei manicomi e abbattere ogni barriera fisica e mentale che li relegava nel ghetto. La prima Perdonanza moderma nacque per loro. Quella prima edizione venne vissuta da migliaia di aquilani in un clima di allegria e riconciliazione». «Desidero ricordare» aggiunge «le persone che organizzarono insieme a padre Quirino quella prima festa: oltre a Umberto Cavalli regista e autore dei testi, anche Andrea Corridore, Mario Cordidore e Franco Gizzi tutti del gruppo artistico di Pianola, oltre a Floro Panti dell’associazione Liberi Podisti e altri che dettero il loro contributo. Con questo comitato di andò avanti per anni. Dopo qualche tempo la manifestazione venne avocata dal Comune allora sotto il gabinetto del sindaco Tullio de Rubeis cui spetta il merito di averla fatta crescere. Ma oltre a queste belle iniziative cosa ci trasmette la Perdonanza? Cosa lascia alle nostre coscienze il messaggio di un umile eremita che ha sconvolto le più alte gerarchie ecclesiastiche del tardo medioevo? E allora mi chiedo perchè non costiuire all’Aquila un centro internazionale per la diffusione per la pace? Perchè non avviare una riflessione sulla necessità di azzerare i conflitti che staturiscono da malversazioni ideologiche? Bisogna invertire questa perversa tendenza che ha dimostrato tutti i suoi limiti per passare dall’attuale capitalismo ossessivo a un sistema di economia reale nel quale l’uomo si riappropri del suo futuro. Ci piacerebbe un bosco con centinaia di alberi che portassero i nomi di papa Celestino, Francesco di Assisi, Ghandi,Martin Luther King, madre Teresa di Calcutta, Mandela e tanti altri»
 



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