Aria di tempesta (solare) tra i fisici...

 

Questo articolo è tratto dal Blog "The Gravity Room": http://thegravityroom.blogspot.de/


Ricordate che qualche tempo fa, alla fine di questo post, vi avevo parlato di una scoperta molto curiosa ad opera di un gruppo di fisici degli Stati Uniti? Gli autori Ephraim Fischbach e Jere Jenkins della Purdue University in Indiana, affermano che alcuni tassi di decadimento non sono costanti, ma presentano una modulazione che pare essere correlata sia alla distanza variabile Terra-Sole, sia all’attività solare stessa. I ricercatori della Purdue avevano presentato un documento sulle correlazioni tra la variazione dei tassi di decadimento e i brillamenti solari su Physical Review Letters, ma era stato respinto perché non vi era un chiaro meccanismo responsabile di tale variazione (qui il preprint su arXiv). L’8 Agosto però l’articolo*, firmato anche da altri fisici, è stato accettato dalla rivista on-line Astroparticle Physics, ed è in attesa di stampa (qui il link all’articolo). Inoltre gli autori hanno già depositato la richiesta di brevetto in quanto questo effetto permetterebbe, sempre a detta degli autori, di prevedere con significativo anticipo l’arrivo di una tempesta solare con tutte le conseguenze positive nella prevenzione dei danni causati da quest'ultima e nella gestione dei satelliti e delle telecomunicazioni. 

Tuttavia come avevo già annunciato nel mio primo post la scoperta non è passata inosservata e sta destando sia l’interesse che il prevedibile scetticismo di molti fisici, surriscaldandone gli animi. Potrete averne il sentore ascoltando questa intervista, presente nel sito dell’INAF, rilasciata da Roberto Battiston, presidente della Commissione Scientifica dell’INFN che si occupa di fisica astroparticellare, dove si afferma che un gruppo dell’INFN che ha eseguito una misura molto precisa del tasso di decadimento del Cesio 137 presso i laboratori del Gran Sasso, non ha mostrato alcuna variazione stagionale o periodica del tasso di decadimento, diversamente da ciò che affermano di aver osservato i colleghi della Purdue University (qui l’articolo su Physics Letters B del Marzo 2012). 
 
Uno spaccato dell'interno dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso.
La misura effettuata nei 217 giorni di presa dati con inizio nel Giugno del 2011 risulta particolarmente “pulita” in quanto i laboratori del Gran Sasso sono sovrastati da circa 1400 metri di roccia che limitano fortemente la radiazione cosmica. Battiston nell’intervista mostra tutto il proprio scetticismo nei confronti della misura di Fischbach e Jenkins, alludendo ad un possibile vizio strumentale. Alla domanda se il fatto che gli isotopi usati dai due gruppi di ricerca siano diversi possa essere rilevante ai fini del confronto diretto degli esperimenti (Cloro 36 e Cesio 137 rispettivamente per il gruppo americano e il gruppo italiano), risponde dicendo che i colleghi del Gran Sasso, proprio in risposta a questo tipo di osservazione, stanno effettuando un’altra misura, che durerà un anno, usando proprio un isotopo che ha mostrato la variazione registrata dal gruppo americano. Insomma, la vicenda è molto interessante e in continua evoluzione, consiglio vivamente di seguirla da vicino!!
Per ora rimando ai seguenti links, tutti piuttosto recenti: 

 

 


 


 

http://thegravityroom.blogspot.de/



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