IL MINISTRO BARCA E SGRARBI IN VISITA A ROIO

Ennesima visita nell'Aquilano del ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca che ha raggiunto la frazione di Roio accompagnato dal direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici per l'Abruzzo, Fabrizio Magani e dal critico Vittorio Sgarbi, quest'ultimo arrivato a Roio dopo una perlustrazione nel centro storico terremotato della frazione di Arischia insieme all'ex collaboratrice per la struttura commissariale di Luciano Marchetti, Andreina Pellegrini.

Una visita dovuta alla situazione delle seconde case delle frazioni e dei comuni aquilani, escluse dalla cosidetta 'legge Barca', il maxi emendamento al decreto crescita del governo Monti.

Il ministro ha avuto modo di visitare l'interno dello scheletro di Villa Palitti, ex palazzo Palitti, dimora storica che, con la normativa attuale, in alcune parti rischierebbe di non essere ricostruita.

Al gruppone si è aggiunto un trafelato Daniele Kihlgren, l'imprenditore 'salva-borghi' che ha tirato fuori dal dimenticatoio e dalla rovina, fra gli altri, la 'perla' Santo Stefano di Sessanio (L'Aquila).

"Villa Palitti è vincolata e rientra pienamente nei palazzi coperti da contributi pubblici - ha affermato Barca al termine della visita - ma vedendola si capisce perché viene la voglia di visitare questi posti. Si deve capire sempre se i valori di contributo previsti sono adeguati, se in tutti i casi è necessario intervenire. In un mondo ottimale, che non è quello in cui viviamo, in un mondo illuminista, sarebbe il caso di affidare a un qualche soggetto la discrezionalità di decidere palazzo per palazzo quali sono i valori".

"Ma in un Paese conflittuale come il nostro - ha aggiunto - alla fine ti ritrovi per vedere tutto impugnato e la ricostruzione dell'Aquila finisce al prossimo secolo. Questo obbliga le autorità a fare scelte di automatismi, non fessi, ma fatti e applicati con intelligenza. Per un palazzo come Villa Palitti si può riconoscere un valore unitario di contributo pubblico e poi, nell'attuazione, fare le cose che vanno fatte e altre che vanno evitate".

"Su questo punto non voglio sottrarmi - ha detto Barca ai cronisti - Ci sono strutture, in questo caso sono pertinenze di una struttura vincolata, mentre altre non hanno questa caratteristica, che in questo momento non sono coperte se fuori dal centro storico dell'Aquila, per il quale è stata riconosciuta questa possibilità, e sono fuori dalla possibilità di contributo pubblico".

"Questo a oggi - ha aggiunto - Valuteremo, questo ci siamo detti con l'ingegner Mancurti del dipartimento della Presidenza, qual è l'entità del patrimonio, quali sono i valori in ballo: in un Paese che ha una situazione economica particolare prima di tutto bisogna capire quant'è".

Prima di decidere a eventuali aperture sulla ricostruzione delle seconde case, insomma, il ministro si attende la stima dei costi complessivi che avrebbe.

"All'Aquila lo sapevamo - ha proseguito - l'abbiamo fatto non solo perché abbiamo riconosciuto il valore paesaggistico complessivo e perché non potevamo lasciare buchi, ma anche perché sapevamo quant'era. Alla ragioneria generale dell'Economia ho potuto rispondere 'non vi preoccupate, non ha fatto saltare i conti'. Quando sapremo, mi auguro tra tre o quattro mesi con la ricostruzione ordinaria, il quadro, potremo valutare se e come affrontare problemi come quelli che oggi mi sono fatti vedere".

 


 


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